Una voragine piuttosto grande si è aperta nei Piani di Castelluccio, la grande piana carsica che si estende ai piedi del Monte Vettore, proprio lungo la faglia che ha causato il forte terremoto del 30 ottobre. Tecnicamente si tratta di un sinkhole, (letteralmente “buco sprofondato”) uno sprofondamento del terreno dovuto in questo caso all’erosione carsica. Il termine sinkhole viene utilizzato in Italia e all’estero – come specificato in un articolo dell’ISPRA – per definire forme di sprofondamento spesso simili, ma che si sono formate per motivi diversi.
In questo caso, potrebbe trattarsi di un piping sinkhole, cioè un fenomeno di sprofondamento naturale in cui i processi di erosione profonda dal basso sono i principali meccanismi genetici di innesco (Nisio 2003). E’ un fenomeno tipico in aree carsiche e abbastanza comune incontrarlo nelle piane carsiche dell’Appennino, anche non associato a terremoti. In questo caso un evento sismico ha semplicemente reso più rapido il processo di collasso.
Secondo quanto riportato dall’ISPRA, “i piping sinkhole in Italia risultano concentrati nelle piane alluvionali, nelle immediate vicinanze di dorsali carbonatiche (tradotto: montagne formate da rocce calcaree), in contesti geologico-strutturali ed idrogeologici complessi innescati da cause di diversa natura (sismi, siccità, alluvioni, emungimenti di acque, etc.). La presenza di un pacco di sedimenti impermeabili o semi-permeabili al tetto di un substrato carbonatico carsificato, un reticolo di faglie e diaclasi che mettano in comunicazione i due mezzi, sono fattori predisponenti essenziali. Inoltre la presenza di fluidi liquidi e gassosi nel sottosuolo, CO2 e H2S, che consentano la dissoluzione e di conseguenza il sifonamento dei materiali di copertura è stata riscontrata nella maggioranza dei casi”.
La piana di Castelluccio è una piana carsica, con un substrato roccioso formato da rocce carbonatiche soggette a carsismo, e colmata da depositi fluviali e lacustri di ingente spessore: rispetta quindi le caratteristiche necessarie per la formazione di un piping sinkhole. Il sisma potrebbe aver fatto crollare la volta di qualche galleria carsica sotterranea, o semplicemente accelerato un processo di “erosione dal basso” che sarebbe comunque sfociato, prima o poi, in uno sprofondamento.
Fenomeni di sinkhole sono molto frequenti sull’Appennino centrale. In certi casi costituiscono un rischio per le abitazioni, in altri casi aprono nuovi ingessi rendendo sistemi carsici sotterranei altrimenti inaccessibili agli speleologi.