Consulenze nutrizionali, fitoterapia, sostanze naturali e omeopatiche, lezioni di Qi-gong e meditazione, trattamenti di riflessologia plantare e agopuntura: tutto questo è offerto, in associazione alle terapie tradizionali, dal Polo donna della Fondazione Policlinico Universitario Gemelli di Roma, per aiutare le donne con tumori mammari o ginecologici a svolgere il proprio percorso di cura in modo meno faticoso e ridurre sensibilmente gli effetti collaterali della chemioterapia e radioterapia, con conseguenti ricadute positive sull’esito stesso delle cure. Questa esperienza pluriennale del Servizio di terapie integrate e i risultati fin qui ottenuti saranno presentati al 13° Congresso internazionale Sio (Society for Integrative Oncology), che si terrà a Miami dal 5 al 7 novembre. “Un approccio olistico alle pazienti con tumore mammario o ginecologico è certamente un valore aggiunto per ridurre gli effetti collaterali delle cure oncologiche tradizionali e contribuire, insieme al supporto psicologico, a un più efficace recupero del benessere psicofisico e una migliore qualità di vita“, spiega Riccardo Masetti, direttore della Uoc di Senologia del Policlinico e presidente della Susan G. Komen Italia Onlus. “Il Servizio di terapie integrate del Polo donna solo negli ultimi 9 mesi ha trattato gratuitamente più di 100 pazienti oncologiche, con percentuali di gradimento superiori al 90%“. “Le principali indicazioni cliniche per queste attività – aggiunge Stefano Magno, responsabile del Servizio di terapie integrate – variano dalla gestione dello stress legato alla diagnosi e ai trattamenti, al potenziamento del sistema immunitario fino al trattamento di effetti collaterali quali la nausea, le vampate di calore, l’insonnia, la fatigue, le radiodermiti che possono manifestarsi in corso di chemioterapia o radioterapia. E poiché le terapie integrate sono discipline poco invasive, sono potenzialmente utili in ogni caso“. Negli ultimi vent’anni in Europa e negli Stati Uniti l’impiego delle terapie integrate ha mostrato un costante aumento: negli Usa 62 pazienti su 100 vi fanno ricorso e la soddisfazione degli utenti è superiore all’80%. Tutti i maggiori centri oncologici degli Stati Uniti hanno al loro interno un Servizio di terapie integrate (Memorial Sloan-Kettering di New York, Dana Farber di Boston, MD Anderson di Houston e altri). Anche l’Organizzazione mondiale della sanità ha avviato un Piano strategico 2014-2023 per la promozione delle medicine tradizionali e il loro inserimento basato su evidenze scientifiche nei sistemi sanitari nazionali. L’approccio integrato – si legge nella nota del Gemelli – potrebbe essere particolarmente utile anche nel ridurre la spesa sanitaria, non soltanto per i bassi costi delle metodiche impiegate, ma anche perché la riduzione degli effetti collaterali legati alla patologia tumorale e ai trattamenti oncologici contribuisce a una maggiore aderenza delle pazienti ai piani di trattamento, con riduzione della necessità di assumere farmaci di sostegno (ad esempio antinfiammatori). “Il Servizio di terapie integrate ha finalità anche educative e vuole far crescere la ricerca clinica su queste metodiche per rafforzare l’evidenza scientifica della loro efficacia – aggiunge Magno – In collaborazione con Artoi (associazione per la ricerca in terapie oncologiche integrate), abbiamo infatti attivato un Master universitario di I livello per operatori sanitari, e dato avvio a progetti di ricerca multicentrici su terapie di supporto nutrizionale e di controllo della fatigue“. “Un approccio olistico con trattamenti sempre più personalizzati – conclude l’esperto – ci consente di focalizzare meglio l’attenzione sulla persona malata, piuttosto che solo sulla malattia. In aggiunta, ci consente di affiancare ai trattamenti oncologici tradizionali metodiche che li rendano meno faticosi e più efficaci, e in ultima analisi garantiscano alla paziente le migliori possibilità di guarigione e di un pieno recupero del benessere psicofisico“.