Sono davvero numerosi i proverbi e le tradizioni riguardanti Santa Barbara. Tra i più noti, raccolti in Italia e in giro per il mondo: “Se a Santa Barbara piove assai, altri quaranta dì aspetterai!”, “Santa Barbara, piedi al fuoco e guardala!”; “Santa Barbara e San Simùn, Diu te salvi di saètt e di trun” (A Santa Barbara e a San Simone, Dio ti salvi dalle saette e dai tuoni) .
Proseguendo: “Sànta Bàrbara e san Simùun protegìm da la saéttà e dal trùun, santa Bàrbara benedéttà liberìm da la saéttei” (Santa Barbara e San Simone proteggetemi dalla saetta e dal tuono, S. Barbara benedetta liberatemi dalla saetta). “Comme Barbarea accussì Natalea”, ossia le condizioni meteorologiche a Santa Barbara, il 4 dicembre, saranno le stesse del giorno di Natale; “Santa Barbara benedeta liberème de sta saeta” in Veneto; mentre in Sicilia “Santa Barbara ntu munti stava, di lampi e di trona nun si scantava, si scantava dill’ira di Diu, Santa Barbara amuri miu” (scantava significa “spaventava”), “Santa Barbara, affacciate affacciate ca mo passane ddoje carrozze, una ‘e acqua e una ‘e viento. Santa Barbara fai, fa’ bon tiempo” ad Amalfi e, in Puglia, “Si a Sande Barbere chiove assà, n’alte e quarande dì a da chendà”.
Celebre l’invocazione domestica “Santa Barbara e Santa Elisabetta, liberateci da ogni fulmine e da ogni saetta” mmentre tra i primi versi di un lungo canto popolare che ancora oggi viene sussurrato in Umbria il 4 dicembre: “Quanno che Santa Barbera nasceva / allora la sua matre je moreva/ Lu patre non sapìa se che se fa/ e jò na torre l’andiede a portà A capu a capu de venticinqu’anni/ venne la nòva che Barbera era grande…”. La preghiera dei Vigili del fuoco, invece, si conclude così: “La nostra vita è il fuoco, la nostra fede è Dio. Per Santa Barbara Martire”. Una tradizione legata al 4 dicembre è quella detta dei “rami di Santa Barbara”, che non è connessa ad alcuna leggenda relativa alla Santa ma si lega alle più antiche tradizioni contadine. Il 4 dicembre si tagliano i rami di alberi da frutto (es. ciliegio, melo, susino, mandorlo), stendendoli in acqua tiepida per una notte. Il giorno successivo essi vengono disposti in un vaso con acqua a temperatura normale, da cambiare ogni 3 giorni, accanto al presepe. Il giorno di Natale questi rami saranno coperti di bei germogli e potremo osservare la “miracolosa” fioritura…. Provare per credere!
I Paesi germanici, in particolare, hanno una grande devozione per Santa Barbara. Il folklore originale voleva che, per Barbarazweig (festa del ramo di santa Barbara), le ragazze non sposate tagliassero i rami di ciliegio e. se il ramoscello fosse fiorito per Natale, la ragazza si sarebbe sposata entro l’anno successivo. In Francia e Ucraina, invece, del ramo di ciliegio, si piantano al caldo due o più chicchi di grano, e se essi crescono per la vigilia di Natale, il raccolto di quell’anno sarà abbondante. La variazione provenzale di questa usanza prevede che la famiglia faccia germogliare dei chicchi di grano su una base di cotone bagnato, in tre piattini separati, mantenendoli umidi durante tutto l’Avvento. Quando le piantine di grano nei tre piattini sono belle verdi, si utilizzano per decorare il presepe il giorno di Natale. Il detto francese recita_ “Quand le blé va bien, tout va bien” (Quando la pianta viene bene, tutto va bene).
Santa Barbara viene festeggiata, in Grecia, con preparazione di dolci e di zuppe a base di grano. La sera del 4 dicembre, nelle chiese di Cefalonia nella particolare e suggestiva cerimonia dell’ esperinòs, la liturgia serotina, il pope benedice la spernà, che è una zuppa di grano a cui vengono aggiunti: uvetta, semi di melagrana, noci, mandorle, sesamo, cannella, garofano e noce moscata. Questa zuppa è preparata in un’epoca dell’anno caratterizzata da una quasi totale crisi produttiva, in cui la natura cade in letargo e viene preparata per augurare prosperità in casa dalle vergini e dalle giovani nubili, come ex voto alla santa, affinché le aiuti a trovar marito.
Nel Ponto (l’antico Ponto Eusino, granaio dell’Ellade), in omaggio a Santa Barbara viene proposta una zuppa di farina di grano misto a farina di granturco e a fagioli chiamata, in onore della Santa ‘Varvara’. Per il 4 dicembre si cuociono anche le cosiddette melopites, frittelle a base di farina e noci tritate, ricoperte di miele, ed è proprio con questo miele che la tradizione vuole si usi tracciare una croce sulla porta di casa in segno propiziatorio. Da Costantinopoli, invece, arriva la “Asoures” che è una zuppa di grano profumata all’acqua di rose, della tradizione culinaria ottomana. Il grano viene bollito è condito con uvetta, albicocche secche, semi di melograno, datteri, pistacchi di Egina, fichi secchi, mandorle, noci, pinoli, e per finire in bellezza, petali di rose.