Allerta Meteo: l’aria fredda dilaga verso il Sud, forti venti e neve per 48 ore. FOCUS con tutti i dettagli

MeteoWeb

Allerta Meteo – A piccole dosi l’aria molto fredda, di natura polare continentale, dagli “intagli” naturali delle Alpi Dinariche comincia a riversarsi sulle nostre regioni adriatiche e meridionali, sotto forma di sostenuti, anche intensi, venti di tramontana e grecale che in queste ore stanno sferzando la Puglia, la Basilicata orientale e le coste della Calabria, causando un drastico abbassamento delle temperature. Parte di quest’aria fredda dopo aver superato il crinale dell’Appennino meridionale raggiunge la Campania, le coste tirreniche della Calabria e la Sicilia sotto forma di secchi venti di grecale che regalano, in attesa dell’entrata del fronte freddo da NE, cieli tersi e atmosfera limpida, garantendo un’ottima visibilità. Al contempo il nucleo gelido principale di questa avvezione fredda affonderà dai Balcani in direzione dell’Egeo e della Grecia, con un nocciolo gelido contraddistinto da isoterme di -35°C -36°C a 500 hpa, mentre isoterme prossime ai -9°C -10°C a 850 hpa (circa 1200 metri) dalla Romania e dalla Bulgaria scivoleranno verso la Macedonia e il nord della Grecia, determinando un brusco raffreddamento.

ImmagineScivolando verso latitudini sempre più meridionali sul mare Egeo il flusso freddo, di tipo polare continentale, interagendo con i rilievi della Turchia occidentale, originerà una intensa avvezione di vorticità positiva, ben evidente nelle mappe a 700 hpa e 500 hpa, che degenererà in una ciclogenesi a carattere freddo pronta a chiudersi con un minimo barico proprio in corrispondenza delle isole del Dodecaneso, poco a nord dell’isola di Creta. Sarà proprio lo sviluppo di questa ciclogenesi sul mar Egeo ad erodere parzialmente il bordo più orientale dell’imponente promontorio anticiclonico di blocco, che mantiene i propri massimi barici sul nord della Francia, con valori di ben 1045 hpa.

Ciò favorirà un ulteriore movimento verso sud-ovest dell’avvezione fredda che slitterà fin sul basso Adriatico, il basso Tirreno e lo Ionio, interessando le nostre regioni più meridionali, con un freddo flusso nord-orientale nei bassi strati piuttosto accentuato dal temporaneo infittimento del “gradiente barico orizzontale” nei bassi strati, dovuto proprio alla contrapposizione fra le due differenti figure bariche. Mentre il resto del paese, dalla Sardegna alle Alpi, continueranno a essere influenzati dal prorompente anticiclone europeo che assicurerà condizioni stabili e soleggiate, seppur in un contesto termico leggermente più freddo rispetto a quello osservato nei giorni scorsi.

Pur in assenza di ciclogenesi particolarmente strutturate in questi casi, quando la massa d’aria molto fredda e pesante, proveniente dai vicini Balcani, tende a sovrascorrere sopra le più miti acque superficiali dell’Adriatico e dello Ionio, si possono innescare delle condizioni di instabilità convettiva, a tratti anche di una certa intensità, originando fenomeni analoghi al ben più noto “Lakes Effect” prodotto dai grandi specchi lacustri nord-Americani, al confine fra USA e Canada meridionale. Proprio come il “Lakes Effect” nord-americano l’”Adriatic Sea Effect” e il “Tyrrhenian Sea Effect” si originano quando una massa d’aria molto fredda e instabile in quota scorre sopra la più mite superficie marina del mar Adriatico o del medio-basso Tirreno, le cui temperature superficiali sono piuttosto elevate anche nel cuore della stagione invernale.

I forti contrasti termici che si determinano sopra la più calda superficie marina rafforzando il “gradiente termico verticale” (notevoli differenze termiche fra media e bassa troposfera), favorendo l’innesco di una forte attività convettiva (violenti moti ascendenti della colonna d’aria) che agevola la formazione di imponenti annuvolamenti cumuliformi (cumuli, cumulonembi) in grado di apportare precipitazioni diffuse, che spesso assumono carattere di rovescio o temporale se i contrasti termici sono molto forti.

L’insorgenza dell’instabilità convettiva e della nuvolosità cumuliforme viene spiegata dal fatto che a contatto con la più mite superficie marina la massa d’aria gelida, sia di origini artiche o siberiane, si riscalda e si carica di umidità fin dagli strati più bassi, instabilizzandosi al proprio interno e determinando la rapida formazione delle nubi cumuliformi (cumulonembi) che vengono spinte dai venti dominanti verso le rispettive aree costiere, dove danno la stura a persistenti precipitazioni, che possono assumere prevalente carattere nevoso fino alle coste (specie nel caso in cui l’aria fredda sia di tipo continentale siberiana). Questo spiega perché in queste ore rovesci di gragnola e temporali, nevosi fin dai 600 metri sul Gargano, ma con quota neve attesa in drastico calo dalla serata, stanno interessando molte aree della Puglia, ed in modo particolare il foggiano, il barese e parte del tarantino, accompagnandosi ad un considerevole crollo termico e ad un sensibile rinforzo della ventilazione dai quadranti settentrionali.

Va detto che in questo caso i moti convettivi verranno esaltati dalla ventilazione nord-orientale, piuttosto accentuata, che raggiunte le coste adriatiche sarà costretta a risalire i pendii dei rilievi dell’Appennino Abruzzese, molisano e del Gargano. Raggiunta una certa altezza la massa d’aria si saturerà, condensandosi in imponenti annuvolamenti orografici che apporteranno delle nevicate, di debole e moderata intensità, fra Abruzzo, Molise, Basilicata orientale e persino sulle Murge. In Puglia dalla prossima notte e nella mattinata di domani, visto l’afflusso di aria molto gelida in quota, non si possono escludere neppure temporanee fioccate fino a quote prossime il piano. Dato l’intenso flusso da N-NE che sferzerà nelle prossime 24-36 ore la dorsale appenninica non si possono escludere neanche temporanee fioccate coreografiche anche sulle aree più interne della Campania, cosi come in Basilicata occidentale. Proprio come in Adriatico anche sul bacino tirrenico si ripete lo stesso tipo di fenomeno ogni volta che aria molto fredda, d’origine polare, scorre al di sopra del suddetto bacino.

L’intensa nuvolosità associata al “Tyrrhenian Sea Effect” sulle coste della Sicilia settentrionale

Con il “Tyrrhenian Sea Effect” però le bande nuvolose assumono un maggior sviluppo, distendendosi lungo la direzione del vento prevalente nella media troposfera, fino a sconfinare sulle limitrofe coste calabresi e siciliane dove a causa dello “stau” apportano intensi nuclei precipitativi, nevosi a bassa quota. In questo caso il fenomeno si dovrebbe presentare piuttosto blando già dalla prossima notte, allorquando sul basso Tirreno, con l’afflusso dell’aria sempre più fredda in quota, si svilupperanno delle bande nuvolose convettive, di piccola statura, che si spingeranno verso le coste del palermitano orientale e del messinese tirrenico, dando luogo a piogge e brevi rovesci di grandine. Precipitazioni che diverranno fin da subito prevalentemente nevose dagli 700-800 su Madonie, Nebrodi e Peloritani.

Dalla giornata di domani, con lo sfondamento dell’avvezione fredda, queste deboli nevicate, molto intermittenti e localizzate, potrebbero spingersi fino a quote collinari, interessando soprattutto le Madonie, Nebrodi, Peloritani e versante nord dell’Etna. Visto la disposizione delle correnti dal quadrante settentrionale, con una spiccata curvatura ciclonica (“forcing” dinamico in quota) fra Tirreno, Canale di Sicilia e Ionio, per il minimo barico in allontanamento verso levante, saranno i rilievi molisani, lucani, pugliese, calabresi e quelli della Sicilia settentrionale a vedere qualche accumulo di neve un po’ più significativo. In particolare in Molise e sulla Puglia centro-settentrionale, dal Gargano alle Murge del barese e del tarantino. Ecco le pagine utili per monitorare la situazione in tempo reale:

Condividi