Che cos’è “HAARP”, l’ossessione dei complottisti: ecco tutta la verità

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A chi non è mai capitato di imbattersi sui social network in un fanatico del complottismo pronto a citare ossessivamente il termine “HAARP” per commentare ogni tipo di avvenimento catastrofico, sia naturale o umano? Un’alluvione, un terremoto, un incidente aereo, persino un attentato. A fronte di simili fandonie, è doveroso fare chiarezza.

HAARP è la sigla di “High Frequency Active Auroral Research Program”: era un programma di ricerca ionosferica finanziato congiuntamente dalla Marina degli Stati Uniti, dall’Università dell’Alaska e dalla Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA). Il centro per questi studi si trovava in Alaska, su un sito di proprietà dell’Air Force statunitense nei pressi di Gakona, e ha chiuso nel maggio 2013 per mancanza di fondi e finanziamenti. La localizzazione selvaggia e lontana dai centri abitati era necessaria per il tipo di studi, in quanto era indispensabile una posizione elettromagnetica tranquilla e lontana da sorgenti di rumore prodotte da città o insediamenti industriali.

HaarpCostruito con tecnologie avanzate, il suo scopo principale era quello di analizzare la ionosfera e studiarne la possibilità di migliorare le comunicazioni radio, la navigazione e la sorveglianza militare. La ricerca di base riguardava lo studio dei fenomeni naturali derivanti dall’interazione delle radiazioni solari e delle onde radio con la ionosfera. Il programma HAARP era iniziato nel 1990. Il progetto fu finanziato dall’Office of Naval Research e gestito congiuntamente dalla ONR e Air Force Research Laboratory, con il coinvolgimento principale della University of Alaska. Molte altre università e istituti di istruzione degli Stati Uniti sono stati coinvolti nello sviluppo del progetto e dei suoi strumenti, in particolare l’Università di Fairbanks in Alaska, la Stanford University, la Penn State University (ARL), il Boston College, l’UCLA, la Clemson University, il Dartmouth College, la Cornell University, la Johns Hopkins University, la University of Marylan, il College Park, la University of Massachusetts Amherst, il MIT, il Politecnico della New York University e la University of Tulsa. Le specifiche del progetto sono state sviluppate dalle stesse università. Insomma, un vero e proprio centro di ricerca all’avanguardia in settori molto importanti per la scienza.

Eppure l’opinione pubblica internazionale conosce HAARP in merito ad alcune teorie cospirative che accuserebbero il programma di poter gestire numerosi disastri naturali, ignorando la dinamicità dell’atmosfera, la reale capacità del progetto, e sminuendo le forze della natura. Diversi scienziati sostengono che il progetto è un bersaglio attraente per i teorici della cospirazione, in quanto il suo scopo sembra profondamente misterioso e scientificamente difficile da concepire ai più disinformati. E’ di questo parere lo scienziato informatico David Naiditch, autore di numerose smentite sull’argomento.

Uragani, terremoti, uccelli morti, siccità, blackout, abbattimenti di velivoli, tsunami, controllo del clima, sono soltanto alcuni degli eventi a cui i complottisti fanno riferimento senza conoscerne effettivamente le dinamiche naturali. I fenomeni descritti, infatti, specie quelli riguardanti le catastrofi naturali, richiederebbero potenze migliaia o milioni di volte superiori a quelle che HAARP sviluppa o che potenzialmente avrebbe potuto sviluppare. La densità di potenza massima dei segnali emessi dall’impianto, utilizzando tutte le antenne a disposizione, colpirebbe 55 chilometri quadrati a 100 chilometri di altezza, con una potenza massima di 3,6 milioni di watt, che divisa per l’area colpita, fornirebbe una potenza di 0,07 watt per metro quadro. Inoltre, considerando il guadagno delle antenne, la potenza si ridurrebbe ulteriormente a 0,03 watt per metro quadro, pari a quella di un telefono cellulare tenuto ad un metro di distanza. Il raggio, una volta riflesso dalla ionosfera, si disperderebbe in un’area di decine di migliaia di chilometri quadrati, quindi la densità di potenza della radiazione elettromagnetica che arriverebbe al suolo, sarebbe dell’ordine dei milionesimi di watt per metro quadro, inferiore a quella di qualunque elettrodomestico. Secondo l’astrofisico Gianni Comoretto, il campo geomagnetico è generato nel nucleo terrestre, a molte migliaia di chilometri di profondità, dove i segnali di HAARP non hanno la minima possibilità di arrivare. La più piccola tempesta geomagnetica, innescata dalle particelle del vento solare, che periodicamente raggiungono la nostra atmosfera, ha energie che sono migliaia di volte quella di HAARP e questi fenomeni non hanno nessun effetto sui terremoti.

Credit: NASA

Tutte le attività, inoltre, erano rese pubbliche, e gli scienziati di qualsiasi centro di ricerca erano regolarmente autorizzati a frequentare il centro in Alaska e studiarne l’attività. L’impianto, infatti, apriva le porte regolarmente alle visite e i risultati scientifici ottenuti erano regolarmente pubblicati su riviste autorevoli come il Geophysical Research Letters, o il Journal of Geophysical Research. Ogni estate HAARP ospitava una scuola estiva per gli studenti in visita, compresi i cittadini stranieri, nella quale esiste la possibilità di fare ricerca con uno degli strumenti più importanti del mondo. Se tutto questo fosse illegale, i giovani ricercatori esterni si accorgerebbero di eventuali manipolazioni climatiche o geofisiche. Tra coloro che accusano HAARP di eventuali sconvolgimenti climatici, tuttavia, esistono dei precedenti di una rivista militare, alcune udienze del Parlamento Europeo o dell’ex governatore del Minnesota, Jesse Ventura, noto teorico della cospirazione, che ha accusato HAARP di bombardare la ionosfera al fine di controllare le menti. A questo scopo un portavoce dell’Air Force, chiese ufficialmente al governatore di visitare la sezione di ricerca, ma questo invito fu respinto. La giustificazione di Ventura fu quella che lui ed il suo equipaggio furono respinti all’ingresso della struttura.     

Insomma, ancora una volta si evincono accuse soltanto per sentito dire, magari da persone non qualificate in materia e senza alcuna evidenza sperimentale. I fenomeni che HAARP provocherebbe, secondo quanto afferma una nutrita rappresentanza dei credenti di questa teoria, sono in netto contrasto con le reali leggi della fisica. Ad ogni evento, queste bufale fanno dimenticare la teoria della tettonica a placche, la dinamicità dell’atmosfera, le difficoltà previsionali in ambito deterministico, i normali cicli climatici, gli eventi naturali sempre accaduti sin dalla notte dei tempi. Quasi come se l’organizzazione di eventi tellurici in un’area ben definita possa avvenire utilizzando la bacchetta magica, da esporre a proprio piacimento in un periodo politicamente particolare. Conosciamo molto poco dell’universo che ci sovrasta, e ancor meno delle potenzialità del nostro cervello e delle profondità del nostro stesso pianeta, ed è inammissibile pensare, nel terzo millennio, che eventi così violenti possano essere provocati con qualche antenna dalla potenza esigua. Anche perchè, a prescindere da ogni fanatismo e complottismo, HAARP ha chiuso tre anni e mezzo fa e da così tanto tempo non è più in funzione. Chi continua a blaterarne chissà quali favolette, evidentemente, non solo crederebbe anche agli asini che volano, ma è talmente tanto ignorante da non essere neanche aggiornato sui complotti che risiedono soltanto all’interno del proprio cervello.

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