Dome A, una finestra sull’Universo: ecco l’osservatorio sull’altopiano antartico

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L’Antartide è una delle regioni più fredde e inospitali del nostro Pianeta, ma proprio le sue condizioni climatiche estreme lo rendono il luogo ideale per osservare il cielo da una posizione privilegiata. Un gruppo di astronomi dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics ha individuato in Dome A il punto ideale per studiare l’Universo nelle frequenze terahertz, ancora poco esplorate. Dome A con i suoi 4000 metri è il punto più alto dell’altopiano antartico, dove è possibile registrare le temperature più fredde del Pianeta.
Per raggiungerlo – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – i ricercatori dovranno affrontare un trekking all’interno della costa antartica di circa 1.200 chilometri, che richiede fino a tre settimane per essere completato. Una volta giunti a destinazione, gli scienziati avranno l’opportunità di osservare un tipo di luce nota come radiazione terahertz, che ha frequenze superiori a 1 trilione di hertz (1000 volte maggiore della frequenza utilizzata dai telefoni cellulari). Questa radiazione proviene da nubi fredde di gas e polveri interstellari e il suo studio aumenterà le conoscenze sull’origine delle stelle e delle galassie.
Pochi luoghi al mondo sono adatti a questo tipo di osservazione, dato che il vapore acqueo assorbe questa radiazione: in passato gli astronomi si sono serviti di strumenti posizionati su aerei o direttamente su sonde spaziali, più costosi e meno flessibili. Qizhou Zhang  e Scott Paine dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics insieme ai colleghi cinesi del Purple Mountain Observatory contano di posizionare la strumentazione per misurare la radiazione su Dome A nell’arco di 19 mesi. I dati raccolti saranno utili anche alla compilazione di modelli climatici.
Il vapore acqueo presente nell’atmosfera terrestre – spiega Paineoscura la nostra visione del Cosmo e blocca anche la radiazione infrarossa in fuga dalla superficie terrestre verso lo spazio, che è l’essenza dell’effetto serra“. Il team di scienziati ha rilevato che, se il vapore acqueo presente su Dome A si condensasse, formerebbe una pellicola di spessore inferiore a 100 micron, più o meno due volte lo spessore di un capello umano, e circa 10 volte inferiore a quello rilevabile sopra Mauna Kea, uno dei migliori siti di osservazioni astronomiche del mondo.
Dome A, inoltre, è un laboratorio naturale per lo studio degli effetti del vapore acqueo sull’assorbimento atmosferico a temperature polari. Il clima antartico fornisce, infatti, l’accesso diretto a condizioni che normalmente si possono trovare solo nella troposfera. Lo sviluppo di un osservatorio permanente in questo luogo rappresenterà una sfida per diversi settori di studio, in una posizione unica al mondo per lo svolgimento di ricerche scientifiche.

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