Nella classifica del costo dell’energia elettrica dell’Eurozona le piccole imprese italiane risultano essere quelle che pagano di più. I dati, riferiti al primo semestre di quest’anno, indicano per l’Italia un costo di 152,6 euro ogni mille KWh, il 22,8% in piu’ rispetto alla media dei Paesi Euro (124,3 euro ogni mille KWh). E’ quanto emerge da un’analisi condotta dall’Ufficio Studi della Cgia sul costo dell’energia elettrica per le Pmi. Piu’ nel dettaglio, le piccole imprese italiane pagano l’elettricita’ il 36,9% in piu’ rispetto al Belgio, il 38,1% in piu’ della Spagna, il 53,7% in piu’ della Francia e addirittura il 78,1% in piu’ rispetto ai Paesi Bassi. L’analisi ha esaminato i costi della fascia di consumo piu’ rappresentativa per le piccole imprese, quelli compresi tra i 500 MWh e i 2.000 MWh annui.
PESA COSTO TASSAZIONE – Perche’ le piccole imprese italiane pagano l’energia elettrica molto di piu’ rispetto agli altri Paesi dell’Euro? La risposta a questo quesito e’ semplice: per l’elevata tassazione. Si pensi che, ogni 100 euro di costo sostenuto dalle piccole imprese italiane quasi 45 euro se ne “vanno” in tasse e oneri. L’incidenza della tassazione in Italia, pari al 44,8%, e’ superiore di 10 punti percentuali rispetto a quanto si verifica a livello di Eurozona (il peso di tasse e oneri si ferma al 34,8%). Al di la’ della Germania dove il peso del fisco e’ ancora superiore (47,6%, ma il costo complessivo e’ comunque inferiore all’Italia), i principali paesi evidenziano una tassazione ben piu’ leggera: il 28,1% in Francia, il 23,9 per cento nei Paesi Bassi, il 23,8% in Belgio e appena il 4,9% in Spagna. “In effetti – precisa il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – se guardiamo al prezzo dell’energia elettrica per le piccole imprese italiane e’ chiaro come la componente fiscale sia la principale imputata dei costi elevati. Si pensi che, tra il 2011 e il 2015, il gettito garantito dalla componente parafiscale degli oneri generali per il sistema elettrico e’ lievitata da 7,5 miliardi di euro a 15,8 miliardi di euro, aumentando quindi la tassazione sull’energia”.
Dall’analisi dello storico si intravedono comunque alcuni aspetti positivi. Se, infatti, e’ palese come il conto piu’ salato sia pagato dalle piccole imprese italiane, in realta’ dopo il secondo semestre del 2012 (periodo nel quale il differenziale di prezzo tra Italia e Area Euro aveva raggiunto il massimo, +46,0%) il divario e’ diventato meno netto: +22,8% nel primo semestre 2016. Questa riduzione del divario e’ spiegabile quasi interamente da una diminuzione del prezzo al netto di tasse e oneri (-26,5 per cento tra primo semestre 2011 e primo semestre 2016) piu’ che proporzionale rispetto a quanto intervenuto nell’Area Euro (-12,7%). In sostanza, se nel primo semestre del 2011, per la componente legata al prezzo della materia prima/servizio le piccole imprese italiane pagavano 114,5 euro ogni mille KWh contro gli appena 92,9 dell’Area Euro (+23,3% di gap) dopo 5 anni (primo semestre 2016) il differenziale e’ di appena il +3,8% (84,2 euro ogni mille KWh per l’Italia e 81,1 per l’Area Euro. Da ultimo bisogna evidenziare che le piccole imprese italiane pagano l’energia elettrica molto piu’ delle grandi: il 67,9 per cento in piu’ (Tab. 4). Si tratta di un gap molto elevato che, anche se in linea con la media dell’Area Euro, va letto unitamente ai dati precedenti che vedono le piccole imprese italiane come le piu’ penalizzate dalle bollette elettriche.
“In conclusione – dichiara Renato Mason, Segretario della Cgia – bisogna lavorare ancora sul fronte dell’energia elettrica in modo da contenere gli enormi costi sostenuti dalle piccole imprese. In un Paese come il nostro dove le imprese con meno di 50 addetti rappresentano il 99,5 per cento del totale imprese, danno lavoro al 67 per cento degli addetti e producono il 52 per cento del valore aggiunto, ci vorrebbero altri provvedimenti per abbassare il prezzo finale dell’elettrica come avvenuto nel 2014 con il decreto taglia-bollette, garantendo una vera competitivita’ per il tessuto imprenditoriale italiano”.