Emergenza neve a Natale a Hokkaido: bufere e tempeste flagellano l’isola settentrionale del Giappone

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Se in gran parte d’Europa e degli Stati Uniti quello del 2016 sarà un Natale piuttosto mite e privo di neve, sul nord del Giappone, nell’isola di Hokkaido, è scattata l’ennesima allerta neve. Proprio nei giorni scorsi una fortissima nevicata ha ammantato di neve la città di Sapporo, capoluogo della prefettura di Hokkaid?, nonché la più grande e importante città dell’isola di Hokkaido, uno dei luoghi con la più alta nevosità della Terra. La città, come rivela il Japan Times, è stata colpita da una delle nevicate più forti mai viste dal 1966, capace di mandare in tilt l’intero sistema dei trasporti, con ferrovie, strade, autostrade e aeroporti bloccati. Durante le nevicate la visibilità è rimasta inferiore ai 700-500 metri per svariate ore, creando notevolissimi disagi.

465138298In totale sulla più importante città dell’isola di Hokkaido sono caduti ben 96 cm di neve fresca, quasi un metro in sole 24 ore. Parliamo di una quantità di neve record, almeno negli ultimi 50 anni, per una località abituata a ricevere nevicate molto abbondanti durante il periodo invernale. Oltre 260 voli e 380 treni sono stati già cancellati.

Nelle città di Erimo e Samani, sempre ad Hokkaido, quasi 4.000 case sono rimaste senza elettricità a causa dell’intensa bufera. La grande nevosità dell’isola di Hokkaido deriva dalla particolare esposizione di quest’ultima alle gelide masse d’aria che dall’altopiano della Siberia orientale scivolano verso il mare di Ohotsk e il mar del Giappone, per umidificarsi e riscaldarsi sensibilmente nei bassi strati.

Molto spesso, durante l’inverno, capita che il grande anticiclone termico siberiano posizioni il proprio baricentro, con massimi al suolo sopra i 1050-1060 hpa (raffreddamento pellicolare), nel cuore della Siberia centro-orientale, con il proprio bordo orientale pronto a distendersi verso le coste dell’estremo est della Russia, affacciate al mar di Ohotsk e la penisola di Kamcatka. Con questo posizionamento le masse d’aria gelide, che stazionano sopra l’immenso altopiano della Siberia orientale, dalla Repubblica di Jacuzia (il polo del gelo siberiano per eccellenza) tendono a muoversi verso sud-est, scorrendo lungo il bordo orientale del poderoso anticiclone termico.

La classica configurazione barica responsabile delle abbondanti nevicate che travolgono l’Hokkaido

L’aria molto fredda cosi si mette in moto verso la Manciuria (estremo nord della Cina) e le coste dell’estremo oriente russo sotto forma di sostenuti venti da O-NO e NO che scavalcano molto rapidamente i rilievi della regione del Sihote-Alin (a nord della città russa di Vladivostok) per gettarsi sopra le più miti acque del mar del Giappone. A contatto con la più mite superficie marina la massa d’aria gelida, di origini siberiane, si riscalda e si carica di umidità fin dagli strati più bassi, instabilizzandosi al proprio interno e determinando la rapida formazione di estesi corpi nuvolosi cumuliformi (grossi cumuli e cumulonembi) che vanno ad impattare e addossarsi sui rilievi più elevati dell’isola di Hokkaido e Honshù, determinando fitti rovesci e temporali nevosi sulle coste occidentali di tali isole.

Bisogna anche dire che l’aria fredda siberiana, pur umidificandosi, è costretta a transitare sopra un tratto di mare non molto ampio, tanto da raggiungere le coste occidentali nipponiche conservando buona parte delle proprie origine gelide, specie negli strati più alti. Ciò alimenta l’attività convettiva (correnti ascensionali) e la formazione di imponenti annuvolamenti cumuliformi che danno la stura ai rovesci nevosi e intensi temporali, fin sulle coste.

In questi casi è rilevante anche la presenza dei rilievi piuttosto elevati sulle aree più interne dell’isola di Honshù e Hokkaido (le Alpi giapponesi) che costringono le masse d’aria fredde, di lontane origini siberiane, a sollevarsi per raffreddarsi e condensarsi, favorendo la genesi di grandi annuvolamenti lungo il versante occidentale, affacciato al mar del Giappone. Per questo le grandi nevicate si concentrano sulla parte occidentale di Hokkaido e di Honshù, mentre le coste orientali rimangono in piena “ombra pluviometrica” con correnti da Ovest o NO. Dal punto di vista “teleconnettivo” si è visto che i grandi eventi nevosi sulle coste di Hokkaido si manifestano con particolare frequenza durante gli anni di “Nina”. Questo perché la “La Nina”, con la sua azione, determina un sensibile riscaldamento delle acque superficiali del Pacifico tropicale occidentale, nel tratto a sud dell’arcipelago giapponese. Questo intenso riscaldamento favorisce la stagnazione di masse d’aria molto più calde e umide nel tratto di oceano poco a sud del Giappone.

Le masse d’aria calde e umide della fascia tropicale spesso vengono costrette, dalle particolari configurazioni bariche (saccature o profondi cicloni extratropicali che avanzano dalla penisola di Corea), a salire verso le isole di Kyushu, Shikoku e il sud di Honshù, interagendo con le più fredde correnti, da O-NO e NO, che dall’altopiano siberiano scivolano verso il mar del Giappone e l’Hokkaido. Quando le differenti masse d’aria si scontrano fra di loro si generano intensi moti convettivi che agevolano la formazione di grandi corpi nuvolosi cumuliformi, carichi di precipitazioni, lungo la linea di confluenza. Quasi ogni inverno qui si possono verificare delle tempeste di neve, di straordinaria violenza, alle volte accompagnate pure da una intensa attività elettrica, capaci di sommergere intere città e villaggi, sotto metri di neve fresca.

Quest’anno, malgrado l’assenza del fenomeno della “Nina”, è stato un inverno nevossissimo in gran parte dell’isola di Hokkaido, con metrate di neve accumulate fin da quote collinari. In alcune località dell’isola giapponese il manto nevoso ha superato i 5-6 metri di altezza. I muri di neve fresca che hanno sommerso le aree montuose interne di Hokkaido sono stati depositati dalle violente tempeste di neve, che fra Gennaio e Febbraio, hanno colpito a più riprese Hokkaido e il nord dell’isola di Honshù. L’ultima di queste ha spazzato l’isola di Hokkaido, la parte settentrionale di Honshu e la regione di Tohoku, nel corso del weekend appena trascorso.

Tra giovedì 22 e venerdì 23 Dicembre 2016 l’approfondimento di una circolazione depressionaria sul Pacifico nord-orientale, ha favorito il risucchio di un grosso blocco di aria piuttosto gelida e pesante (freddo pellicolare), che dalla Repubblica della Jacuzia, dopo aver attraversato i territori dell’estremo oriente russo, si è riversato sopra le più miti acque del mar del Giappone, umidificandosi nei bassi strati e instabilizzandosi (aumento del “gradiente termico verticale” per il rapido riscaldamento nei bassi strati delle gelide masse d’aria d’estrazione siberiana), agevolando lo sviluppo di estesi annuvolamenti che si sono ammassati al versante occidentale dell’isola di Hokkaido e del nord di Honshù.

Nel frattempo, l’approfondimento della ciclogenesi, alimentata dall’aria gelida proveniente dal comparto siberiano orientale che ha generato una intensa frontogenesi sul Giappone centro-settentrionale (causa di precipitazioni a tratti marcate), ha determinato un sensibile inasprimento del “gradiente barico orizzontale”, con un sensibile infittimento di isobare fra le isole Curili,  l’Hokkaido e il nord di Honshù. Il forte “gradiente barico orizzontale”, annesso al profondo ciclone extratropicale con tanto di nocciolo gelido in quota, ha prodotto una notevole accelerazione dei già intensi e gelidi venti da O-NO e NO, in azione sul mar del Giappone, lungo l’ampio settore post-frontale della circolazione depressionaria, con un minimo barico sceso abbondantemente sotto la soglia dei 970 hpa (merito anche dell’avvezione di vorticità positiva in quota indotta dal passaggio del ramo principale del “getto polare” sul bordo meridionale della struttura ciclonica).

Si sono cosi venute a creare le condizioni ideali per autentici “blizzards” che hanno spazzato l’isola di Hokkaido e le coste nord-occidentali di Honshù, con forti rovesci di neve fino alle coste, resi ancora più potenti dai forti venti nord-occidentali in arrivo dal mar del Giappone. In molte località dell’Hokkaido e nella parte nord di Honshù, per buona parte del weekend, si sono registrati continui rovesci di neve che hanno assunto carattere di tormente a causa dei forti e gelidi venti burrascosi, da O-NO e NO, messi in moto dal fittissimo “gradiente barico orizzontale” venutosi a creare. Gli impetuosi venti da O-NO e Ovest, scavalcando molto rapidamente i rilievi interni di Honshù e valicando le rispettive vallate, sono poi ricaduti verso le coste orientali tramite fortissime e turbolenti raffiche di caduta che hanno raggiunto pure l’area di Tokyo.

Queste hanno garantito pure un’ampia “ombra pluviometrica” in quasi tutta la costa orientale, dato che gran parte dell’umidità raccolta sul tiepido mar del Giappone è stata scaricata in neve sul versante occidentale delle Alpi Giapponesi. Nei prossimi giorni, a partire da domani, il tempo andrà gradualmente a migliorare su tutto l’arcipelago nipponico, con il ritorno di ampie schiarite e spazi soleggiati, grazie alla spinta da ovest di un robusto promontorio anticiclonico dinamico, caratterizzato da massimi barici che supereranno i 1030 hpa. Questo miglioramento sarà destinato a durare pochi giorni, visto che fra lunedì 26 e martedì 27 Dicembre un nuovo sistema frontale proveniente dalla penisola di Corea riporterà nubi e precipitazioni sparse, soprattutto sul settore occidentale dell’isola di Honshù.

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