I social network migliorano la salute mentale, lo rivela una studio

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Usare regolarmente i social network contribuisce alla buona salute mentale. E’ quanto emerge da uno studio australiano pubblicato oggi dalle Università di Melbourne e di Monash. Lo studio parte dall’analisi di 70 ricerche sulla relazione tra social network e depressione, ansia e benessere. I ricercatori hanno riscontrato che spesso le reti social si rivelano utili per mantenersi collegati con altre persone e per ricevere un supporto esterno, soprattutto per quelle persone che hanno difficoltà nell’interazione faccia a faccia, per cui la rete diventa l’unica risorsa sociale. Una teoria che però non vale per tutti. Infatti i social media possono essere pericolosi e negativi per coloro che hanno la tendenza a paragonare se stessi agli altri, per chi posta pensieri negativi o per chi ha sofferto di dipendenza dai social.

In tutti questi casi, si tratta infatti di soggetti più esposti al rischio di depressione e ansia.Peggy Kern, ricercatrice leader dello studio dell’Università di Melbourne, ha detto che è più facile che persone che soffrono di ansia diventino dei soggetti passivi dei social media. Mentre gli individui con sintomi depressivi tenderanno invece ad esternare i propri pensieri negativi. “I social media non solo offrono una finestra per esprimere pensieri ed emozioni che si decide di condividere con altri, ma possono anche o aiutare o inficiare la propria salute mentale”, ha detto Kern in un comunicato diffuso oggi.“Comprendere i legami tra i social media e lo status psichico, ci mette nella possibilità di fare scelte migliori su come utilizzare al meglio gli strumenti social, così come promuoverne l’uso per una buona salute mentale”. Elizabeth Seabrook, una ricercatrice della Monash University, ha sottolineato come, attraverso questo studio, i social media in futuro potranno strumenti utili per individuare e addirittura prevedere la presenza di casi di depressione o ansia in chi ne fa uso. “Grazie a una continua ricerca i social media potrebbero diventare un potente aiuto nell’identificazione precoce di rischi per la salute mentale”, ha detto Seabrook.

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