In Italia non ci sono numeri ufficiali sull’utilizzo di Essure, il metodo contraccettivo finito sotto accusa in Francia, ma in generale il ricorso alla sterilizzazione è molto basso sia per motivi culturali che di fertilita’ ‘ritardata’. Lo afferma Alessandra Graziottin, direttore del centro di ginecologia del San Raffaele Resnati di Milano. “L’Italia e’ in una situazione un po’ particolare – sottolinea l’esperta – perche’ sia uomini che donne hanno una vera avversione strutturata per la sterilizzazione, gia’ praticano poco la contraccezione ormonale. Le sterilizzazioni che vengono fatte sono piu’ per motivazioni mediche, e di solito si preferisce la legatura della tuba. A questo aspetto si aggiunge il fatto che abbiamo il record europeo di prime gravidanze con eta’ media 31 anni e 3 mesi, il record mondiale prime gravidanze dopo i 40 anni, oltre il 6%, e una bassissima fertilita’, tutte condizioni che non predispongono certo alla sterilizzazione”.
Essure, disponibile in Italia dal 2011, è rimborsato al 100% dal Ssn. Il dispositivo, che causa una infiammazione delle tube con la produzione di un blocco permanente di fibrina che impedisce il passaggio degli spermatozoi, può essere gestito solo da ginecologi certificati. “Va detto che nessuna procedura medica è esente da effetti collaterali, che in questo caso sono segnalati intorno all’1-3%. – spiega Graziottin – In questo caso il rischio e anche l’efficacia dipendono da chi applica il dispositivo, ed e’ per questo che esiste questa ‘certificazione’, se posizionato male puo’ non essere efficace o dare effetti collaterali gravi. Nel 2015 l’Fda ha esaminato migliaia di segnalazioni, negli Usa ci sono decine di migliaia di utilizzatrici, e non ha ritenuto di doverlo ritirare dal mercato, mentre nel 2016 ha emanato un ‘warning’, con una ‘black box’ sulle confezioni, ma sempre lasciandolo in vendita”.