Natale, pediatria: le tradizioni fanno bene ai bimbi, 5 milioni credono in Babbo Natale

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Se ieri molti italiani – come da tradizione – hanno fatto albero e presepe, è ormai tempo di visite nei negozi di giocattoli per stilare la lista dei doni. “La letterina per Babbo Natale è uno strumento utile, da scrivere proprio in questi giorni. Non deve essere però una lista infinita, ma un elenco con poche voci, che insegna ai bambini a selezionare e saper scegliere“. Lo afferma all’Adnkronos Salute il pediatra di Milano Italo Farnetani, ordinario alla Libera Università Ludes di Malta. Ma i bambini credono ancora a Babbo Natale? “Sì, almeno fino agli 8 anni. Possiamo stimare che 5 mln di bimbi da 1 a 8 anni credono all’esistenza dell’omone vestito di rosso, che alla vigilia di Natale fa il giro del mondo portando i doni ai bimbi buoni“. “Si tratta di una figura molto importante per i bambini. E’ tradizionale, rassicurante e accogliente, bonaria e sapiente: conosce marachelle e dispetti, ma poi sa leggere nel cuore dei piccoli, li perdona e alla fine li sorprende con un dono. I bambini nella fase preoperatoria del loro sviluppo, credono in quello che vedono e che ricordano: i personaggi fantastici delle fiabe, le pubblicità, i racconti, ma anche papà, nonni o zii che si travestono e arrivano in casa dal camino carichi di doni, contribuiscono a costruire la loro idea dell’esistenza di questo personaggio magico, e magari anche degli elfi che lo aiutano, e delle renne volanti“. Dunque, secondo il pediatra, non si tratta di un inganno ai danni del bambino, ma un modo per “alimentare la loro fantasia e la capacità di sognare“. Un momento di sogno e magia “davvero prezioso, ecco perché invito anche a decorare le case con lucine e piccole cose, anche fatte insieme al bambino. Verso gli 8-9 anni, però, alcuni iniziano ad avere dei dubbi sull’esistenza di Babbo Natale. I bambini entrano nell’epoca delle operazioni astratte, cercano prove, si confrontano con i compagni di scuola, con fratelli e sorelle più grandi. E’ la fase dello scetticismo“. Ecco dunque che arrivano a casa le prime domande. Che cosa fare allora? “I genitori – raccomanda Farnetani – non devono dire bugie“. “Finché i bambini credono a Babbo Natale in modo assoluto, dovranno coltivare la cosa. Ai primi dubbi, meglio sostenere sì l’esistenza dell’omone in rosso, ma senza insistere troppo. In questo modo – aggiunge l’esperto – quando dopo qualche tempo i figli si convinceranno che Babbo Natale non esiste, i genitori non avranno investito troppa credibilità su un argomento destinato a risultare perdente, ma nello stesso tempo non avranno contribuito ad abbattere troppo rapidamente una favola a cui tutti siamo affezionati. Attenzione però: non devono essere i genitori a mettere fine al sogno di Babbo Natale, perché questo momento rischia di essere traumatico. Piuttosto, deve essere un processo tutto dei bambini, una normale fase della crescita. A un certo punto il bambino sarà pronto ad accettarlo, anche se molti ‘fingeranno’ con gli stessi genitori, per non rinunciare alla tradizione e alla sorpresa“. Quanto ai regali, l’esperto suggerisce di seguire le preferenze del bambino: “No ai giochi di guerra e alle armi, sì a quelli da tavolo per i più grandi, e a quelli per stare all’aperto o fare sport. Meglio poi doni meno costosi ma più numerosi, che pochi e cari. Infine, via libera alla tecnologia, che sia adatta però all’età del bambino“, conclude. (AdnKronos)

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