E’ il cibo il re delle tavole di Natale, ma nelle feste aumentano anche gli sprechi alimentari. Una cattiva abitudine che ci accompagna tutto l’anno e che durante le festività cresce drammaticamente. Così l’Enea ha pubblicato un vero e proprio decalogo redatto dai suoi ricercatori per sollecitare i consumatori a invertire la tendenza, visto che lo spreco totale di cibo in Italia, rileva infatti l’Agenzia, è pari a circa 5,5 milioni di tonnellate l’anno. In particolare lo spreco lungo tutta la filiera agroalimentare è superiore a 90 chili procapite, mentre a livello domestico si valuta uno spreco di circa 42 chili procapite in termini di avanzi non riutilizzati e alimenti scaduti o andati a male.
Secondo studi dell’Enea, di questi 42 chili procapite sprecati, oltre 10 kg sono costituiti da verdure e prodotti ortofrutticoli, per un totale di oltre 1,3 milioni di tonnellate con cui si potrebbero produrre oltre 41 milioni di m3 di biometano – l’equivalente dell’energia necessaria per riscaldare 46mila appartamenti (valore medio per il riscaldamento di un appartamento di 100 mq situato a Roma 880 m3 di biometano) – con un risparmio di circa 2 milioni di tonnellate di CO2. L’Enea da anni è impegnata nella diffusione di buone pratiche per la riduzione degli sperperi di cibo, per la realizzazione di alimenti meno deperibili e processi di produzione più sostenibili e infine per l’impiego degli scarti alimentari nella produzione di biogas e di compost di qualità. “E’ proprio da queste attività e dall’esperienza pluriennale dei nostri ricercatori, -spiega- che abbiamo preso spunto per promuovere alcune buone pratiche per festeggiare il Natale, riducendo gli sprechi e risparmiando denaro ed energia. Innanzi tutto, suggeriscono gli esperti dell’Enea, pianifica quanto più possibile il reale quantitativo di cibo che ogni persona può tollerare durante una pasto medio. E ancora.
Durante la spesa, continuano gli esperti dell’Enea, valuta le scadenze dei vari prodotti che acquisti, pensando a quando li userai, al mancato consumo che si tradurrebbe automaticamente in uno scarto o se sarà possibile reimpiegarlo in seguito. Inoltre, fai attenzione alle etichette degli alimenti perché, spiegano i ricercatori Enea, riportano informazioni importanti su tecnologie o ingredienti che ci aiutano a limitare lo spreco alimentare. Il latte ad esempio, assicurano gli esperti dell’Agenzia, oggi viene sottoposto a processi che ne mantengono inalterate tutte le proprietà estendendone notevolmente la shelf life, vale a dire la ‘vita del prodotto sullo scaffale’, ad esempio la pastorizzazione Esl, Extended Shelf Life, o la microfiltrazione. E non solo. Alcuni prodotti come biscotti, grissini, fette biscottate vengono arricchiti con aromi di origine vegetale estratti con processi sostenibili, che ne prevengono l’irrancidimento in modo naturale e sicuro. Per ridurre anche i rifiuti derivanti dagli alimenti delle feste, prediligi quei prodotti che hanno indicato il destino del packaging a fine ciclo: ridurrai il carico di porzione indifferenziata nella tua immondizia; Per fermare lo spreco di alimenti, valuta anche se alcune fasi della preparazione delle vivande possono essere posticipate: ad esempio mentre prepari cibi freschi o crudi come insalate o verdure, provvedi al condimento solo al momento di servirli, questo ti consentirà di conservarli se non consumati per pasti successivi.
Al momento della raccolta degli avanzi, valuta la quantità di cibi che realmente puoi consumare nei giorni successivi e invita gli ospiti a portare con se parte di quello che è avanzato, specie di quello che è stato più apprezzato: piccole porzioni saranno più gradite. Per dire basta allo spreco di cibo, è un altro suggerimento degli esperti dell’Enea, utilizza gli avanzi di cucina per creare nuove pietanze, quindi informati sui programmi di risposta allo spreco alimentare attivi nella tua città, oppure dona il tuo surplus alimentare alle onlus a te vicine che raccolgono gli avanzi di cibo ‘buono’ e redistribuiscono ai meno abbienti. Infine, preferisci il biologico, in quanto, ricordano i ricercatori Enea, l’agricoltura biologica contribuisce a consumare meno energia e ad emettere meno CO2 in atmosfera, tagliando i consumi energetici del settore agricoltura e industria alimentare di almeno il 25% rispetto all’agricoltura convenzionale e, inoltre, non inquina le falde acquifere perché non utilizza fertilizzanti e fitosanitari di sintesi. E quando hai finito di pranzare, conferisci gli avanzi di cibo e gli shopper in bioplastica biodegradabile e compostabile nella raccolta dell’umido: si trasformeranno in ottimo compost.