Sabato, 30 gennaio 2016, una delle guide delle Grotte di Postumia, tra le grotte carsiche più affascinanti del mondo, ha notato che, sul vetro dell’acquario posto nella Sala dei concerti, c’era attaccato un uovo di proteo. Accanto all’uovo si trovava anche il proteo femmina gravida che faceva da guardia allo stesso.
Il pubblico di tutto il mondo ha salutato il primo uovo con entusiasmo, aspettando con impazienza la nascita dei piccoli di drago e l’attesa è stata premiata. Proprio nelle Grotte di Postumia, infatti, il 30 maggio 2016, alle ore 10:48, è avvenuto un interessantissimo quanto singolare evento: si è schiuso un uovo del gruppo di uova deposte a gennaio da una femmina di proteo… evento rarissimo, dal momento che i protei, negli acquari, sono venuti al mondo soltanto una volta, a metà del secolo scorso, in Francia. Secondo le statistiche, soltanto 2 su 500 uova deposte si sviluppano con successo. Il proteo, difatti, rappresenta un’immensa incognita per la sua vita misteriosa.
Dalla scarna letteratura esistente sulla schiusa delle uova di proteo, l’embrione tenterebbe di forare varie volte l’uovo, mentre il cucciolo di “piccolo draghetto” venuto al mondo a maggio, è riuscito ad uscire dopo un solo tentativo e l’evento è stato ripreso immediatamente con telecamere a raggi infrarossi. I filmati sono d’enorme importanza per i biologi. Il proteo (Proteus anguinus), chiamato “piccolo drago” per via del ciuffo rosso delle branchie intorno al collo, che da adulto raggiunge i 25-30 cm di lunghezza, è un anfibio urodelo appartenente alla famiglia dei Proteidi e unico vertebrato troglobio, ossia che ha il suo habitat unicamente nelle profondità delle grotte, esistente nel territorio europeo. I protei vivono in un ambiente di buio completo, al quale si sono adattati grazie ad occhi atrofizzati e pelle rosa pallido; praticamente sono ciechi, con gli occhi coperti con pelle e che non si sviluppano, muovendosi, sfruttando l’olfatto, l’udito e la capacità di percepire l’energia elettrica e le onde elettromagnetiche.
Tra le poche notizie a riguardo, sappiamo che i protei, durante lo sviluppo, non compiono metamorfosi come la maggior parte degli anfibi, rappresentando una specie vulnerabile a causa della limitata estensione e frammentazione del loro areale e del continuo declino della qualità del loro habitat per via dell’inquinamento delle falde acquifere.Cosa mangiano? I protei si nutrono pochissimo ed il motivo principale è legato all’habitat in cui vivono che offre ben poche prede di cui cibarsi, mangiando minuscoli crostacei e, a volte, le loro stesse larve ma, data la lentezza del loro metabolismo, da esperimenti controllati, è emerso che possono restare a digiuno per circa 12 anni.
Tra le straordinarietà di questa specie, i loro particolari comportamenti, quali la danza “a caduceo” che precede l’accoppiamento e l’atteggiamento difensivo della tanatosi: il fingersi morto in caso di incontro con un possibile predatore. Tornando alla stupenda schiusa di uova avvenuta a maggio nelle Grotte di Postumia, sono ancora 22 le uova dalla quali possono svilupparsi piccoli draghetti sulle 64 depositate a gennaio. Ben presto, dunque, il piccolo draghetto potrebbe avere “un fratellino” o una “sorellina” e le grotte di Postumia, l’ennesimo “fiocco nascita”.