Pavia, incendio raffineria: FareAmbiente, “segnale della pericolosità delle fonti fossili”

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L’incendio di ieri alla raffineria Eni di Sannazzaro de’ Burgondi è “l’ennesimo segnale della pericolosità delle vecchie fonti fossili che stentano a cedere il passo a nuove tecnologie che si basano su fonti rinnovabili e sicure”. Lo dichiara Vincenzo Pepe, presidente nazionale di FareAmbiente – Movimento ecologista europeo. Centrali a carbone o a idrocarburi che “sono vere e proprie bombe ecologiche a ridosso delle città” e che dovrebbero cedere il passo alle rinnovabili “come avviene in molti Paesi d’Europa“. ”Chiederemo ai parlamentari iscritti a FareAmbiente azioni forti per la dismissione o delocalizzazione di tali strutture e, non escludo che andremo a manifestare davanti a qualcuna di esse”, aggiunge Pepe che sottolinea: “La posizione di FareAmbiente non è ideologica o estremista né, tantomeno insensibile nei confronti dei lavoratori ma, oramai il ciclo degli idrocarburi volge alla fine, almeno se l’Italia vorrà tener fede agli impegni di Cop21 e, se le società preposte, con buona pace delle solite lobby, pensassero a rimodernare e potenziare la rete elettrica italiana la cui realizzazione risale a parecchi decenni fa, tali lavoratori potrebbero essere impegnati in ben altro modo”. “Chiediamo quindi – conclude Pepe – un decisivo cambio di rotta dell’attuale modello di sviluppo basato su fonti altamente inquinanti puntando su fonti rinnovabili e ragionevolmente sicure”.

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