Previsioni Meteo Inverno 2016/2017 – Con l’arrivo di Dicembre entra nel vivo l’inverno meteorologico. Mai come oggi le attenzioni delle centinaia di meteoappassionati si spostano sulle tendenze deterministiche più probabili in vista dell’ingresso della stagione fredda. Quello che sta per iniziare sembra essere un inverno decisamente più dinamico e ricco di colpi di scena rispetto a quanto visto nelle stagioni precedenti. Ad essere sinceri molti indici climatici sono tutt’altro che favorevoli, a cominciare dalla “Quasi-biennal Oscillation” rimasta sorprendentemente su valori positivi, con intensi venti occidentali nella stratosfera equatoriale, fra i 18 km e i 30 km di altezza. Quest’anno, a differenza degli ultimi due inverni precedenti, sull’intero comparto siberiano abbiamo registrato una notevolissima estensione del manto nevoso, già da fine Ottobre e dal mese di Novembre, che oltre a determinare un significativo raffreddamento dell’intera area euroasiatica, anticipando di qualche settimana il processo di “raffreddamento pellicolare”, ha contribuito a mantenere piuttosto debole il vortice polare troposferico, mantenendolo piuttosto disturbato.
Ancor prima dell’inizio della stagione invernale, segno di come la risposta atmosferica al notevole innevamento dei territori siberiani sia stata altrettanto rapida e consolidata, con conseguenze sull’intera circolazione emisferica, dal Pacifico settentrionale fino all’Europa. Ciò spiega anche il raffreddamento dei territori dell’est Europa, o l’autunno insolitamente caldo registrato in gran parte del continente nord Americano, con una scarsa copertura nevosa fra Canada e Stati Uniti settentrionali.
In genere il significativo indebolimento della figura del vortice polare, legato anche alla rapida avanzata del manto nevoso e al successivo raffreddamento, si presenta in pieno inverno, con un picco fra la fine di Dicembre e il mese di Gennaio. In questo caso, a causa dell’anticipato massiccio innevamento delle lande siberiane, il picco si è raggiunto proprio fra fine Novembre e i primi giorni di Dicembre, con le avvezioni fredde che a ripetizione stanno colpendo la Russia europea e i paesi dell’Europa orientale, arrivando a sfiorare l’Italia e i Balcani nei giorni scorsi.
Pertanto, una volta esauriti gli effetti del prematuro raffreddamento siberiano, aspettarsi un tentativo di ricompattamento della struttura del vortice polare e l’attivazione di un flusso zonale fra nord Pacifico, America settentrionale e Atlantico, proprio a partire da metà Dicembre, è quantomeno più che auspicabile, e non solo per ragioni puramente fisiologiche, dettate da un nuovo raffreddamento in sede artica. Eppure ci sono diversi elementi che lasciano supporre come questo rinvigorimento del vortice polare possa risultare più blando e temporaneo del previsto. Difatti fra alta troposfera e bassa stratosfera continueranno a rimanere attivi dei flussi di calore (meridianizzazione dell’anticiclone delle Aleutine sul nord Pacifico e di quello azzorriano in Atlantico) che avranno le capacità di debilitare dall’esterno la circolazione depressionaria di aria gelida, d’estrazione artica, facente capo al vortice polare, favorendone un suo lento indebolimento.
Inoltre la bassa presenza di ghiacci marini fra il mare di Barents (ancora completamente libero dal ghiaccio) potrebbe incidere nell’agevolare uno “Stratwarming”, con una possibile nuova destabilizzazione del vortice polare, aprendo verso prospettive decisamente più dinamiche nella seconda parte della stagione, con “scambi meridiani” più decisivi che potranno favorire l’avvento di diverse ondate di freddo tra Europa, Asia centro-settentrionale e nord America.