Rapporto Sanità Crea: in prospettiva il disagio rischia di raddoppiare la sua portata

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Famiglie italiane strette tra l’aumento delle spese ‘di tasca propria’ per pagare le cure, il rischio di impoverimento legato proprio al ricorso alle risorse private e la rinuncia a curarsi, più frequente nei ceti medio- bassi. Poco più dell’1% dei nuclei familiari, soprattutto a Sud, si è impoverito per gli esborsi sanitari sostenuti direttamente. E sono quasi 800.000 (781.108) le famiglie soggette a spese sanitarie catastrofiche (3,1% delle residenti). E’ il quadro che emerge dal 12° Rapporto Sanità a cura di Crea Sanità-università Tor Vergata, presentato oggi a Roma
Secondo l’indagine, la spesa sanitaria privata ha raggiunto 36 miliardi di euro nel 2014, di cui l’89,9% out of pocket, ovvero pagate di tasca propria dai cittadini, e solo il 10% intermediato dai fondi sanitari integrativi e complementari, nonché dalle compagnie di assicurazione. Quest’ultima voce, pur in crescita, rimane marginale. La spesa privata sanitaria rappresenta mediamente il 26,9% della spesa nel Centro-Nord (valore massimo del 30,5% in Valle d’Aosta, seguita dal Veneto con il 29,5%) e solamente il 18,9% nel Sud (valore minimo del 16% in Sardegna).
Sempre nel 2014 il 77% delle famiglie ha effettuato spese sanitarie a proprio carico (58% nel 2013); la maggiore frequenza del ricorso a spese private è però ‘compensata’ dalla riduzione della spesa effettiva procapite. Il 5% delle famiglie residenti in Italia, soprattutto quelle del Centro e del Sud, nonché quelle nelle fasce di consumo medio-bassi, ha dichiarato di aver ridotto, tanto da averle annullate, le spese sanitarie private: configurando così ‘nuove’ rinunce alle spese sanitarie. Si spende prevalentemente per farmaci, visite ed esami diagnostici (80-90% delle spese socio-sanitarie ‘di tasca propria). Sardegna e Sicilia risultano essere le Regioni con la maggior incidenza di disagio economico per spese sanitarie (11% e il 9,6% delle famiglie); all’estremo opposto troviamo l’Emilia Romagna e il Trentino Alto Adige, dove solo il 2,6% e il 2,1% sono in condizioni di disagio economico.
Sono 316.402 (1,2%) i nuclei familiari che si sono impoveriti per spese sanitarie sostenute direttamente; si tratta soprattutto di famiglie residenti nel Mezzogiorno (2,7%). Calabria, Sicilia e Abruzzo sono le Regioni più colpite (3,5%, 3,4% e 3,7%), mentre Trentino Alto Adige, Piemonte ed Emilia Romagna sono le meno esposte (0,2% le prime due e 0,3% la terza). Quasi 800.000 (781.108) sono invece le famiglie soggette a spese sanitarie catastrofiche (3,1% delle residenti).
Il Mezzogiorno continua a essere la zona maggiormente esposta al fenomeno (5,5% delle famiglie residenti). L’impoverimento per spese sanitarie out of pocket e la catastroficità non sembrano quindi essersi modificati sostanzialmente, senza però sottovalutare che ci sono quasi 280.000 famiglie (l’1,4% di quelle che sostengono spese sanitarie di tasca propria) ad alto rischio di impoverimento. Di conseguenza, in prospettiva c’è il rischio che il fenomeno del disagio raddoppi la sua portata. (AdnKronos)

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