Uno studio clinico su 5 in Europa è italiano, i nostri ricercatori sono all’ottavo posto al mondo per produttività, e quarti in Europa per numero di citazioni e influenza. Il nostro Paese ospita poi il 18,2% di tutte le sperimentazioni europee – una su 5 – con una crescita di 2 punti percentuali nell’ultimo anno. I trial autorizzati nel solo 2014 sono 600, gli studi su terapie innovative sono raddoppiati anche grazie alle aziende farmaceutiche, che spesso in partnership con il settore pubblico hanno continuato a investire in ricerca e sviluppo con un impegno di 1,4 miliardi di euro nel 2015, +16% dal 2013. Questi i dati al centro dell’appuntamento annuale promosso dalla Fondazione Lilly oggi a Roma. Gli esperti hanno spiegato che l’emorragia di talenti è anche una perdita economica considerevole per il Paese, stimata in circa 1 miliardo di euro l’anno, ma anche sottolineato che un’inversione di rotta è possibile ed è già iniziata: per questo Fondazione Lilly assegna anche quest’anno la borsa di studio per giovani ricercatori. L’iniziativa, arrivata ormai alla sua ottava edizione, vuole favorire la cultura della ricerca in Italia, proponendo un nuovo modello basato su meritocrazia, trasparenza e valorizzazione economica nella consapevolezza che spendere in ricerca non sia un costo, bensì uno dei migliori investimenti per il futuro dell’Italia. “Negli ultimi anni – commenta Gaetano Manfredi, presidente Crui – tutti gli indicatori evidenziano che la ricerca dell’università italiana è di qualità, oltre che tra le più alte al mondo per produttività in rapporto alle risorse investite. Sempre di più, inoltre, l’università italiana si sta aprendo all’esterno per reclutare i migliori talenti dall’estero, ma anche verso collaborazioni con privati“. “L’iniziativa di Fondazione Lilly da 8 anni dimostra che questo sforzo è possibile e che anche in Italia si può ragionare con le logiche delle istituzioni internazionali – sottolinea Andrea Lenzi, coordinatore del board scientifico della Fondazione – Le borse di studio vengono infatti assegnate sulla base di una valutazione del merito dei progetti trasparente e internazionale, perché a questi livelli di eccellenza la ricerca non può restare confinata nel nostro Paese, ma deve confrontarsi con i migliori standard mondiali. La ricerca italiana ha le carte in regola per farlo“. Oggi un giovane cervello in rosa è stato premiato con una borsa di studio per la settima edizione del progetto ‘La ricerca in Italia: un’idea per il futuro’. A consegnare il premio il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Ilaria Barchetta dell’Università Sapienza di Roma nei prossimi 3 anni studierà gli effetti positivi sulle ossa di alcuni farmaci per curare il diabete. Obiettivo: aiutare i medici a prescrivere la terapia più adatta a ciascuno per ridurre il rischio di fratture nei pazienti con diabete. La borsa di studio, pari a 210 mila euro per 3 anni, è una delle più longeve a essere assegnata in Italia a giovani ricercatori. “Cambiare marcia si può – conclude Concetto Vasta, direttore generale della Fondazione Lilly – offrendo ciascuno il proprio contributo per impedire che i nostri migliori cervelli se ne vadano. Lo potrà fare la nuova legge di Stabilità, che potenzia e proroga fino al 2020 il credito di imposta per Ricerca e Sviluppo portandolo al 50% per tutte le tipologie di investimenti in ricerca. In questo contesto va inserito anche il contributo della Fondazione Lilly, che continua a sostenere con le sue borse di studio giovani talenti, che sono e saranno una risorsa fondamentale per il nostro Paese e il suo futuro“.
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Ricerca: italiano 1 studio clinico su 5, da Roma la ricetta contro la fuga di cervelli
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