“La gente del paese non vuole ripartire da zero , a causa dell’esito del referendum e dei suoi effetti sul Governo. Sarebbe un altra mazzata troppo grande dopo quelle gia’ subite con il doppio Terremoto”. Lo afferma il vicesindaco di Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) Michele Franchi. “Molti temono che ci possano essere dei rallentamenti nei programmi di ricostruzione e questa è una cosa da scongiurare assolutamente. Comunque sia – aggiunge Franchi- noi proseguiamo nel percorso gia’ stabilito e stiamo cercando di rilanciare la vita sociale di Arquata e della sua frazioni. Le due aree per le casette, a Borgo e a Pescara del Tronto sono ormai definite e in attesa di ospitare i moduli, mentre per le numerose zone rosse di tutti i luoghi colpiti, chiediamo maggiore sostegno e collaborazione ai vigili del fuoco e alla Protezione civile affinché gli interventi di verifica e di puntellamento degli edifici vengano accellerati per consentire ai residenti di tornare in paese, almeno nelle aree dichiarate più sicure”.
Risulta urgente, secondo Franchi, la sistemazione delle barriere paramassi lungo la strada che porta alla frazione di Colle, a sud del Tronto. “Vi abitavano 130 persone – ricorda il vicesindaco di Arquata – che ora sono sfollate sulla costa picena. In quella zona i danni provocati dal sisma sono stati limitati, e almeno 80 residenti potrebbe avere la casa agibile. Ma non possono rientrare perché i collegamenti stradali non sono sicuri e l’accesso alla frazione deve essere assicurato nella massima incolumità degli abitanti”. Possibile riapertura della banca locale, a Trisungo dopo la farmacia e un ristorante. Arquata tuttavia,con le sue località montane rimane ancora un paese disabitato.