Tumore del polmone: ogni giorno in italia 110 nuove diagnosi

MeteoWeb

Ogni giorno in Italia si registrano più di 110 diagnosi di tumore del polmone, complessivamente nel 2016 sono stimati 41.300 nuovi casi nel nostro Paese. Il 60-70% è individuato in fase avanzata, oggi per questi pazienti si stanno aprendo importanti prospettive nel trattamento in prima linea grazie alla combinazione delle molecole immuno-oncologiche innovative. Lo dimostrano i risultati presentati alla 17° Conferenza mondiale sul tumore del polmone dell’International Association for the Study of Lung Cancer in corso a Vienna. “L’immuno-oncologia – sottolinea il prof. Federico Cappuzzo, direttore Oncologia all’Ospedale di Ravenna – ha già evidenziato risultati decisivi in seconda linea nella fase avanzata della malattia. La sfida ora è individuare i pazienti che possono maggiormente beneficiare di questa nuova arma in prima linea, cioè al momento della diagnosi. Sono incoraggianti i risultati aggiornati dello studio CheckMate -012, dopo un follow-up di circa 16 mesi, sulla combinazione di nivolumab e ipilimumab nella forma non a piccole cellule, la più frequente. I tassi di risposta obiettiva confermata in tutti i pazienti trattati sono pari al 43%, quasi il doppio rispetto alla percentuale registrata con nivolumab in monoterapia (23%). Inoltre, la sopravvivenza a un anno copre il 100% dei pazienti quando l’espressione tumorale di PD-L1 è superiore al 50%. Positivi anche i dati sulla sopravvivenza libera da progressione. Per questi pazienti si sta sempre più concretizzando la possibilità di evitare la chemioterapia e aver accesso a farmaci innovativi caratterizzati da una tollerabilità migliore. Nel frattempo aspettiamo i risultati di CheckMate -227, questo studio di fase III in cui l’Italia ha svolto un ruolo determinante sta valutando le combinazioni con nivolumab in prima linea: riteniamo che il futuro sia rappresentato dall’associazione delle molecole immuno-oncologiche”. Il principale fattore di rischio di questa neoplasia è rappresentato dal fumo, un vizio sempre più diffuso fra le donne: infatti il 23% delle italiane è tabagista. Con gravi conseguenze: tra il 1999 e il 2011 l’incidenza del carcinoma del polmone è diminuita del 20,4% tra gli uomini, mentre è aumentata del 34% nelle donne. La percentuale di sopravvivenza a 5 anni delle persone colpite da carcinoma del polmone in Italia è pari al 14,3%, più elevata rispetto alla media europea (13%). Le possibilità di guarigione cambiano drasticamente in relazione allo stadio in cui avviene la diagnosi. Complessivamente, la sopravvivenza a 5 anni nella forma non a piccole cellule in stadio I è compresa tra il 47% e il 50%, mentre per lo stadio IV scende al 2%. I tassi tendono a essere più bassi nel tumore del polmone a piccole cellule perché questa forma cresce più rapidamente (in stadio I sono compresi tra il 20 e il 40%, in stadio IV scendono all’1%). “Lo studio CheckMate -032 presentato a Vienna – spiega il prof. Francesco Grossi, Responsabile UOS Tumori Polmonari all’IRCCS AOU San Martino IST, Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova – ha valutato nivolumab in monoterapia e in combinazione con ipilimumab in pazienti precedentemente trattati, quindi in seconda linea, colpiti proprio da tumore del polmone a piccole cellule. Il tasso stimato di sopravvivenza a due anni è stato del 30% con nivolumab più ipilimumab e del 17% con nivolumab in monoterapia. Non solo. Il tasso di risposta obiettiva con la combinazione era pari al 25%, il doppio di quello riportato con la monoterapia (11%). È la conferma che la combinazione rappresenta la strada da seguire”.

Condividi