Nanofarmaci più efficaci contro i tumori se hanno un solo anticorpo ‘a bordo’. Lo rivela uno studio guidato dal Dipartimento di biotecnologie e bioscienze dell’università di Milano-Bicocca, pubblicato su ‘Nature Communications’. La ricerca, attraverso il confronto tra la sperimentazione in vitro e in vivo su modelli di cancro al seno, ha dimostrato che la presenza di un unico anticorpo su ogni singolo nanovettore migliora la sua capacità di raggiungere e colpire le cellule malate bersaglio. Gli scienziati – spiegano dall’ateneo – hanno sviluppato una metodologia innovativa per garantire il controllo sul numero di molecole biologicamente attive, come gli anticorpi, che possono essere ancorate su ogni singola nanoparticella, per ottenere dei ‘nanoshuttle’ altamente efficaci per il trasporto dei farmaci antitumorali. Da qui anche la possibilità di modulare l’azione di farmaci nanostrutturati di nuova generazione soprattutto nelle patologie localizzate, dove le attuali terapie arrivano con maggiore difficoltà. “Abbiamo dimostrato – spiega Davide Prosperi, ricercatore di biochimica della Bicocca – che la massima efficienza di accumulo di nanofarmaci al bersaglio tumorale si realizza con il minor numero di anticorpi monoclonali su ogni nanoparticella, ottenendo anche una maggiore durata dell’effetto terapeutico“. Al lavoro, finanziato dalla Fondazione regionale per la ricerca biomedica, hanno collaborato Miriam Colombo, Giulia Alessio e Rany Rotem, coordinati da Prosperi (Bicocca); Luisa Fiandra, Serena Mazzucchelli, Manuela Nebuloni, Clara De Palma e Fabio Corsi (università Statale di Milano); Karsten Kanter, Beatriz Pelaz e Wolfgang J.Parak (università di Marburg, Germania).
Tumori: allo studio nanofarmaci che vanno dritti al bersaglio con un solo anticorpo
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