Sono state osservate per la prima volta le violentissime esplosioni che avvengono nel lato ‘oscuro’ del Sole, la faccia non visibile della nostra stella. A vederle è stato il telescopio spaziale Fermi della Nasa, al quale partecipa l’Italia, i cui dati sono stati analizzati sotto la guida di Melissa Pesce-Rollins, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) di Pisa, e pubblicati sulla rivista Astrophysical Journal. Il Sole, così come tutte le altre stelle, ‘borbotta’ continuamente producendo di tanto in tanto delle esplosioni violentissime, come brillamenti e eruzioni, che liberano grandi quantità di particelle. Una parte di queste particelle si liberano nello spazio, con la possibilità di investire anche la Terra, ma la maggior parte di esse ricade sul Sole.
“Queste particelle – ha spiegato Pesce-Rollins – si muovono lungo delle cosiddette linee di campo e grazie ai dati di Fermi abbiamo scoperto per la prima volta che le particelle possono compiere viaggi lunghissimi prima di ricadere sulla superficie solare”. Quando ricadono alcune particelle, che a causa dei campi gravitazionali sono state accelerate lungo il percorso, si ‘scontrano’ con la superficie solare e producono lampi gamma, i fotoni ad altissima energia visti dagli strumenti di Fermi. “Uno degli aspetti più interessanti dello studio – ha aggiunto la ricercatrice – è che siamo cosi’ riusciti a vedere fenomeni, brillamenti, avvenuti nella parte non visibile del Sole, sul retro”. I lampi gamma osservati da Fermi, realizzato anche con il contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), erano infatti stati originati a ben 500mila chilometri di distanza, in una zona in quel momento non visibile per gli occhi del telescopio.