Giove sotto la lente di SOFIA. Sono passati trentotto anni da quando la coppia Voyager – le longeve sonde gemelle NASA, lanciate nel lontano 1977 ai confini del Sistema Solare per studiare gli “inquilini” di frontiera e i giganti gassosi – realizzò mappe all’infrarosso del mondo con la Grande Macchia.
Oggi gli scienziati – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – hanno tratteggiato un nuovo ritratto particolareggiato di Giove sfruttando la vista aguzza di SOFIA – Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy – il telescopio da 2,5 metri di diametro imbarcato su un volo Boeing 747SP modificato, in grado di scrutare il cielo nel lontano infrarosso da una prospettiva unica: SOFIA infatti “plana” al di sopra della coltre di nubi che circondano l’atmosfera terrestre e che offuscano la visuale degli osservatori di Terra.
Lo sguardo aguzzo della missione si è posato sul “gigante” e sui particolari della sua atmosfera, cogliendo dettagli che sfuggono ai “reporter” spaziali operanti nello spettro del visibile, accecati dalla luce solare che riflette a contatto con la cortina di nuvole che avvolge i pianeti gassosi. Lo studio nel lontano infrarosso effettuato da SOFIA ha permesso di zoommare al di là delle nubi e di osservare la circolazione dei gas dell’atmosfera di Giove realizzandone una mappa.
Le immagini hanno rivelato dettagli senza precedenti su Giove e sulla sua Grande Macchia Rossa – la mostruosa tempesta anticiclonica che si abbatte 22 gradi a sud dell’equatore alieno da almeno 300 anni: secondo i dati di SOFIA, la struttura Great Red Spot non è che una zona fredda in cui si incontrano gas caldi in risalita. Situazione simile anche a metà tra i due emisferi, dove punti freddi sono circondati da correnti ad alta temperatura mentre l’Artide di Giove subisce un riscaldamento indotto dal fenomeno delle aurore. Le osservazioni inoltre si sono concentrate sullo studio di due tipologie di idrogeno molecolare presente nell’atmosfera, la variante “para” e quella “orto”, differenziate tra loro dalla disposizione dei protoni, invisibili ai telescopi terrestri.