Per raggiungere i target di Parigi occorrono più sforzi sul fronte della riduzione dei gas serra, compresi la veloce distribuzione di tecnologie per la cattura e lo stoccaggio di anidride carbonica e una crescita sostenuta delle fonti rinnovabili come eolico e solare. Secondo un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, senza questo sforzo il mondo potrebbe mancare l’obiettivo chiave fissato dall’accordo di Parigi che mira a mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali e il target a lungo termine dell”inquinamento climatico netto’ pari a zero. “La buona notizia è che le emissioni da carburanti fossili sono state ferme per tre anni di fila“, dice Robert Jackson, capo del Department of Earth System Science alla Stanford University’s School of Earth, Energy Environmental Sciences che insieme ai suoi colleghi ha lavorato allo sviluppo di sistemi di misurazione che possono essere usati per tracciare i diversi impegni nazionali sul fronte delle emissioni e, in questo modo, il progresso globale verso gli obiettivi di Parigi. “Ora abbiamo bisogno di effettive riduzioni delle emissioni globali e di un attento monitoraggio degli impegni e delle statistiche a livello nazionale“, sottolinea Jackson in una nota dell’Università della California del Nord. I ricercatori hanno scoperto che le emissioni globali sono rimaste stabili a circa 36 gigatonnellate di anidride carbonica per il terzo anno di fila nel 2016. “Il rapido dispiegamento di eolico e solare sta cominciando ad avere un effetto a livello globale e in Paesi chiave come la Cina, gli Stati Uniti e l’Unione europea – rimarca Glen Peters, ricercatore senior presso il Center for International Climate and Environmental Research – Oslo (Cicero) e autore dello studio – La sfida è quella di accelerare sostanzialmente nella diffusione di eolico e solare e di trovare soluzioni per la loro integrazione efficace nelle reti elettriche esistenti“. Tuttavia, eolico e solare da soli non saranno sufficienti a soddisfare gli obiettivi dell’accordo di Parigi. Guardando al futuro, i ricercatori prevedono che la più grande sfida per il conseguimento dei target fissati è rappresentata dall’implementazione più lenta del previsto delle tecnologie per la cattura e lo stoccaggio del carbonio. Secondo i ricercatori, la maggior parte degli scenari indicano l’esigenza di migliaia di queste strutture entro il 2030, ben al di sotto delle decine attualmente previste. Jackson osserva che tali tecnologie si riveleranno ancora più cruciali se il presidente degli Stati Uniti Donald Trump proseguisse nel suo impegno annunciato durante la campagna elettorale di rianimare l’industria nazionale del carbone. “Non esiste alcun modo per ridurre le emissioni di anidride carbonica associate al carbone senza sistemi di cattura e stoccaggio“, avverte Jackson.