Sono passati cinque anni da quella tragica notte, quando la Costa Concordia si schiantò contro gli scogli de ‘le Scole’ al largo dell’Isola del Giglio. Queste le principali tappe della vicenda:
13 gennaio 2012 – La Costa Concordia ha mollato gli ormeggi nel porto di Civitavecchia alle 18.57 del 13 gennaio 2012 per la prima tappa della crociera ‘Profumo d’agrumi’ nel Mar Mediterraneo, con 4.229 persone a bordo (3.216 passeggeri e 1.013 membri dell’equipaggio). Alle 21.00 la nave ha abbandonato la rotta usuale e si è diretta verso l’isola del Giglio per una manovra di passaggio ravvicinato, il cosiddetto ‘inchino’. Alle 21.44 la Costa Concordia ha urtato il più piccolo degli scogli delle Scole, nei pressi dell’Isola del Giglio. L’urto ha rallentato bruscamente la nave e dallo squarcio che si è aperto sullo scafo è iniziata a entrare acqua che ha provocato un black out. Dopo 27 minuti dall’urto, la capitaneria di porto di Livorno si è messa in comunicazione con la Costa Concordia per assicurarsi del loro stato dopo che alcuni passeggeri avevano chiamato i carabinieri. Ma l’allarme, da parte del comandante Francesco Schettino, è scattato solo alle 22.25. A quell’ora ha riferito della falla e dell’allagamento alla Capitaneria di Livorno, chiedendo l’invio di rimorchiatori (richiesta poi reiterata alle 22.40, parlando di necessità urgente di rimorchiatori).
La Concordia risulta essere la nave passeggeri di più grosso tonnellaggio mai naufragata. L’incidente ha causa la morte di 32 persone e numerosi feriti e il parziale affondamento della nave. Il comandante viene fermato e iniziano ad emergere le sue responsabilità. Si apre un’inchiesta guidata dalla procura di Grosseto. Gli ultimi corpi sono stati recuperati solo anni dopo.
17 gennaio 2012 – Dopo il fermo del comandante Francesco Schettino, viene diffuso l’audio di una telefonata che lo incastra. la drammatica conversazione avuta con il capitano della guardia costiera di Livorno, Gregorio Maria De Falco. Dalle parole emerge estrema concitazione che descrive una situazione in cui nulla pareva andare come previsto dalle procedure. Di tutta la conversazione resterà nella memoria collettiva quel ‘Salga a bordo cazzo’, pronunciato da De Falco.
18 gennaio 2012- Schettino lascia il carcere e torna nel suo paese natale, Meta (Napoli), per scontare gli arresti domiciliari disposti dal gip di Grosseto. Gli arresti domiciliari sono stati riconfermati anche dal Riesame il 7 febbraio 2012.
3 marzo 2012 – L’inchiesta ha una svolta con l’incidente probatorio e gli accertamenti sulla scatola nera della nave. Oltre agli indagati (ufficiali di bordo e dirigenti Costa, tutti assenti) sono invitati all’udienza gli oltre 4.200 che erano a bordo. Tra legali e parti saranno in circa 800 radunati nel teatro trasformato in aula di tribunale.
18 giugno 2012 – Cominciano con il taglio dell’albero della nave i lavori di rimozione del relitto per monitorare i quali viene istituito dal Governo un’osservatorio che sostituisce il Comitato tecnico Scientifico e risponderà direttamente allo stesso commissario Gabrielli. Il costo dell’operazione è di circa 300 milioni di dollari.
5 luglio 2012 – Sono stati revocati gli arresti domiciliari all’ex comandante della costa concordia Francesco Schettino. Il provvedimento è stato disposto dal gip di Grosseto Valeria Montesarchio. L’ex comandante della nave da crociera, naufragata a gennaio all’Isola del Giglio, dovrà osservare solo l’obbligo di dimora nel Comune di Meta (Na).
Settembre 2012 – Consegnata la perizia sulla scatola nera: mille pagine e 7 dvd in cui gli esperti hanno ‘trascritto’ tutto ciò che è avvenuto a bordo della Concordia il 13 gennaio. Emerge che Schettino non si era reso forse conto della situazione di emergenza e che in plancia alcuni ordini furono segnati da errori. L’abbandono nave avvenne con 50 minuti di ritardo.
20 luglio 2013 – Arrivano le prime condanne del tribunale di Grosseto: vengono confermati i patteggiamenti per Ciro Ambrosio, Silvia Coronica, Jacob Rusli Bin, Roberto Ferraini e Manrico Giampedroni, accusati di omicidio plurimo colposo e lesioni colpose. Gli ufficiali Ambrosio, vice di Schettino in plancia, e Coronica, E il timoniere indonesiano Rusli Bin, anche di naufragio colposo. Ferrarini era il capo dell’unità di crisi della flotta di Costa Crociere: per lui la pena più alta, 34 mesi. Giampedroni, direttore dell’hotel di bordo, due anni e 6 mesi. Gli altri tre imputati sono sotto i due anni. Il comandante Schettino rimane l’unico imputato del processo: anche per lui la difesa ha chiesto il patteggiamento, ma non gli è stato concesso. Dovrà rispondere di omicidio plurimo colposo, lesioni e naufragio colposo, di abbandono nave e di incapaci a bordo.
16-17 settembre 2013 – Sono partite tra le difficoltà e sono fino all’alba del giorno successivo le operazioni per la rotazione del relitto della Costa Concordia all’isola del Giglio. Tre sono stati gli imprevisti principali. Il primo è stato il temporale che ha colpito l’isola nella notte prima dell’inizio dei lavori, costringendo i tecnici a sospendere la fase di preparazione e far slittare l’avvio di tre ore, dalle sei alle nove. Il secondo è stato un problema con i cavi: per evitare che i tratti recuperati nel corso del tiro non andassero ad interferire con quelli rimasti in tensione è stato necessario l’intervento di una squadra dedicata, che ha comportato una sospensione di un’ora. Il terzo imprevisto è stato un progresso generale dei lavori più lento di quanto atteso. Questi tre elementi insieme hanno provocato una dilatazione consistente dei tempi. Nel complesso l’operazione è stata un grande successo di ingegneria e tecnica.
1 gennaio 2014 – Un sommozzatore spagnolo di 30 anni è morto mentre lavorava sotto il relitto della costa concordia, nelle acque dell’Isola del Giglio. E’ la 33esima vittima della nave ‘maledetta’.
15 luglio 2014 – La Costa Concordia torna a galleggiare. Grazie all’ausilio dei rimorchiatori, il relitto è stato spostato a est di una trentina di metri, raggiungendo quasi la posizione in cui rimarrà per alcuni giorni, prima di partire per il suo ultimo viaggio, verso il porto di Genova.
27 luglio 2014 – Si è concluso l’ormeggio della Costa Concordia lungo la diga Foranea del porto di Genova Voltri-Prà. Sciolta anche l’unità di crisi che si era costituita presso la capitaneria del porto di Genova. Partono le operazioni di smantellamento che saranno comunque seguite 24 ore su 24 attraverso la sala di controllo.
11 febbraio 2015 – Dopo tre anni e molti colpi di scena in un processo considerato tra i più mediatici di sempre, Francesco Schettino è stato condannato a 16 anni di reclusione e a un mese di arresto per il naufragio della Costa Concordia dal tribunale di Grosseto. Schettino resta libero, gli avvocati fanno ricorso in Appello.
31 maggio 2016 – I giudici della prima sezione penale della corte di appello di Firenze confermano quanto disposto in primo grado: 16 anni di reclusione per il comandante. L’accusa aveva chiesto 27 anni e tre mesi di reclusione. La Corte ha anche disposto nei confronti di Schettino l’interdizione dai titoli professionali marittimi per cinque anni in relazione al delitto di naufragio colposo, e lo ha condannato al pagamento delle ulteriori spese processuali. La difesa di Schettino ha presentato ricorso in Cassazione chiedendo l’annullamento della sentenza. L’udienza è prevista per il 20 aprile 2017.