Si chiama squalamina ed è un composto scovato nell’intestino degli squali che potrebbe diventare l’elemento base per un farmaco contro il morbo di Parkinson. La scoperta è arrivata da una ricerca pubblicata sulla rivista Proceedings of The National Academy of Sciences che vede tra gli autori l’italiano Michele Vendruscolo, dalla quale è emerso che la squalamina puo’ bloccare il processo molecolare considerato alla base della malattia neurodegenerativa, ovvero la formazione di aggregati di molecola alfa-sinucleina. Inoltre la squalamina, che non è altro che uno steroide, rende di per se’ meno tossica questa molecola impedendole di appiccicarsi alla membrana della cellula nervosa. “Abbiamo scoperto – spiega Vendruscolo all’ANSA – che la squalamina si lega alle membrane lipidiche impedendo all’alfa-sinucleina di attaccarsi a sua volta, e cosi’ bloccandone il processo tossico di aggregazione”. Benche’ condotto al momento solo in laboratorio su cellule e su animali modello di malattia, lo studio e’ promettente per il fatto che la squalamina e’ gia’ da tempo oggetto di sperimentazioni cliniche contro il cancro e altre malattie, quindi una sperimentazione su pazienti con Parkinson potrebbe iniziare in tempi ragionevolmente brevi. “L’inizio dei trial e’ in programma tra qualche mese – anticipa Vendruscolo – Questi trial saranno condotti da Michael Zasloff, il nostro coautore, che e’ anche la persona che ha scoperto la squalamina circa 20 anni fa come antibatterico naturale”.
Dalla ‘pancia degli squali’ un potenziale antidoto contro il Parkinson
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