A livello mondiale, gli assicuratori hanno sborsato lo scorso anno circa 50 miliardi di dollari a causa dei disastri naturali: una cifra quasi doppia rispetto ai 27 miliardi del 2015. A rilevarlo, nel suo report annuale, è la compagnia di riassicurazione Munich Re. Da questo punto di vista, i 12 mesi appena trascorsi sono stati i più costosi da tre anni a questa parte. Anche se, fortunatamente, il 2016 ha segnato il secondo dato più basso da un trentennio a questa parte per quanto riguarda il numero di vittime da catastrofi naturali. “Le perdite nel singolo anno sono ovviamente casuale e non possono essere viste come una tendenza”, commenta Torsten Jeworrek, membro del cda della società, sottolineando comunque che “l’alta percentuale di perdite non assicurate, specialmente nei mercati emergenti, rimane fonte di preoccupazione”. A non essere assicurate, nel 2016, sono state infatti perdite per 125 miliardi di dollari. Gli eventi più devastanti a livello globale, nell’anno appena concluso, sono stati i due terremoti susseguitisi nell’isola giapponese di Kyushu in aprile, che hanno causato perdite per 31 miliardi di dollari, e gli allagamenti occorsi in Cina a giugno e luglio, con danni per 20 miliardi. Il Nord America, dal canto suo, è stato colpito da più disastri naturali nel 2016 che in qualsiasi altro anno a partire dal 1980, con l’uragano Matthew in cima alla lista delle catastrofi più costose, dall’alto dei suoi 10,2 miliardi di dollari. “Ci sono ormai molti indicatori che segnalano come certi eventi, come sistemi meteorologici persistenti o tempeste che portano pioggia torrenziale e grandine, si possano verificare con più probabilità in certe regioni per effetto del cambiamento climatico”, spiega Peter Hoeppe, a capo dell’unità di ricerca sui georischi di Munich Re.