Il merlo, volatile appartenente alla famiglia dei Turdidi, è tra gli uccelli più comuni nei parchi e nelle città italiane. Caratterizzato dal piumaggio morbido e folto, il maschio giovane ha il becco nerastro, mantello più marrone e zampe bruno scure; mentre quello anziano è grigiastro, con becco giallo. La femmina, invece, è bruno-nerastra, col mento e la gola grigiastri e il becco bruno. Presente non solo in ambienti naturali quali macchie, boschi e zone rurali, dalla pianura alla montagna, il merlo frequenta assiduamente anche le aree urbane, ovunque ci sia un po’ di verde. Dalle movenze agili e aggraziate, con un volo sicuro e leggero, nel corso dell’anno, dalla primavera all’estate, nidificano tre volte, raramente anche quattro, costruendo il primo nido a poca distanza dal suolo, a volte anche direttamente sul terreno, fra cespugli fitti o roveti o negli spazi fra i tronchi delle cataste di legna e fra l’edera abbarbicata su vecchi muri, mentre la seconda deposizione avverrà in un nido costruito più in alto e la terza sarà più in alto ancora.
Il nido, a forma di coppa, viene costruito utilizzando fili d’erba secca e sottili ramoscelli morbidi e viene foderato con muschio e piume. In febbraio le coppie si stabiliscono definitivamente ed è allora che i merli in amore cominciano a cantare. I maschi difendono gelosamente il loro territorio e lottano contro gli intrusi, ma le femmine non sono da meno quanto ad attività e aggressività. Di regola le coppie sono monogame, sebbene sia possibile osservare casi in cui un maschio nidifica con due o tre femmine, mentre numerosissimi sono gli individui che restano “scapoli” per tutta la vita. Non risulta che tra questi uccelli esista una qualsiasi forma di parata nuziale: la femmina comincia per tempo ricercare il luogo adatto alla locazione del nido, e una volta individuatala, si unisce al maschio per trasportare i materiali necessari alla costruzione.
Il merlo che vive lontano dai centri abitati è inquieto, diffidente, vivacissimo, impressionabile, soggetto a improvvise crisi di terrore nonchè facile preda del panico anche ingiustificato, mentre Il merlo cittadino, per contro, è abituato alla presenza dell’uomo, e dei rumori urbani, si è liberato degli antichi timori ed è divenuto straordinariamente socievole ricercando infatti la compagnia dei suoi simili. L’uccello trova sul terreno la maggior parte dei suoi alimenti, frugando col becco fra erbe e pietre alla caccia di larve e di vermi, mentre usa picchiettare le cortecce degli alberi per farne sfuggire le piccole prede nascoste come coleotteri, imenotteri, piccoli gasteropodi e non di rado minuscole lucertole. All’alimentazione carnivora il merlo aggiunge anche i frutti e le bacche che raccoglie a terra o addirittura strappa dai rami di frutteti e vigneti.