I misteriosi giorni della Merla: tra leggenda e tradizioni popolari [GALLERY]

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Di Gianluca Congi – “Una merla, con uno splendido candido piumaggio, era regolarmente strapazzata da gennaio, mese freddo e ombroso, che si divertiva ad aspettare che lei uscisse dal nido in cerca di cibo, per gettare sulla terra freddo e gelo. Stanca delle continue persecuzioni, la merla un anno decise di fare provviste sufficienti per un mese, e si rinchiuse nella sua tana, al riparo, per tutto il mese di gennaio, che allora aveva solo ventotto giorni. L’ultimo giorno del mese, la merla, pensando di aver ingannato il cattivo gennaio, uscì dal nascondiglio e si mise a cantare per sbeffeggiarlo. Gennaio se ne risentì così tanto che chiese in prestito tre giorni a febbraio e si scatenò con bufere di neve, vento, gelo e pioggia. La merla si rifugiò alla chetichella in un camino e lì restò al riparo per tre giorni. Quando la merla uscì, era sì salva, ma il suo bel piumaggio si era ingrigito a causa della fuliggine del camino, e così essa rimase per sempre con le piume grigie”. Questa leggenda, non è altro che una delle tante ed elaborate versioni legate all’origine della locuzione “i giorni della merla (o Merla)” sicuramente è quella che anima maggiormente le fantasie dei bambini. Mia nonna, mi raccontava di questa storia, come fosse un fatto accaduto per davvero; nella mia ingenuità, avendoci naturalmente creduto, portavo quella non indifferente dose di timore per quegli ultimi giorni di gennaio, annunciati come i più freddi di tutto l’anno, immaginate poi per un paese di montagna come il mio, situato sulle montagne della Sila! Il Merlo (Turdus merula) è un Turdidae, numerosa famiglia dell’ordine dei Passeriformes, di taglia media con canto molto vario, dolce, piacevole e deciso, pur se, in caso di allarme, il pennuto è capace di emettere delle stridenti e metalliche note. E’ un uccello confidente, ormai vive in ogni parco o giardino pubblico, quindi non solo nei boschi e nelle campagne. Il maschio adulto si presenta con una bella coda lunga, tutto nero, con becco e stretto anello periorbitale di colore giallo, direi quasi inconfondibile! La femmina invece è marrone-fuligginosa con la gola chiara e striata, il becco a differenza del maschio è scuro. I giovani sono simili alla colorazione delle femmine ma con piccole punteggiature biancastre sulle parti superiori. Spesso la presenza del Merlo è data dal suo ricco repertorio di note, canta di fatti nascosto da dentro un cespuglio o un posatoio, specie in primavera ma anche nelle altre stagioni, rallegrando l’udito degli umani, tra il caotico traffico e il pressante inquinamento delle nostre città. Quest’anno, i giorni indubbiamente più “gelidi”, un po’ in tutta la penisola italiana, sono stati quelli dopo l’Epifania, per cui almeno dalle previsioni, non saranno certo i prossimi tre giorni. In alcune annate, pur se “i giorni della Merla” sono comunque situati nel mezzo dell’inverno, questa credenza popolare è stata ampiamente screditata per via delle temperature piuttosto miti che si sono registrate. Tra leggende, proverbi, credenze e tradizioni, ciò che resta sicuramente immutata è la signora Merla, che fuligginosa com’è, con tutti gli altri uccelli selvatici, popolano i nostri cieli dagli albori della civiltà, animando la mente e i pensieri di noi umani, con le melodie soavi dei profondi canti, veri generatori di serenità e di pace. Nei “giorni della Merla” come per tutto il resto dell’anno, manteniamo viva la tradizione del rispetto per tutte le nostre creature, bisognose di un grande riguardo da parte dell’uomo padrone!

Gianluca Congi © – www.gianlucacongi.it

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