“Ho visto gente che bruciava viva, sono immagini terribili che non potro’ mai dimenticare”. E’ la drammatica testimonianza dell’incidente del pullman ungherese sulla A4 di uno degli automobilisti che seguiva il mezzo, poi rimasto bloccato in coda. “Sono sceso e mi sono diretto a piedi per vedere se ci fosse bisogno di aiuto. Si sentiva urlare – prosegue – le persone si mettevano le mani nei capelli. C’erano un paio di corpi che bruciavano, ancora vivi”.
“Chi era seduto nella parte posteriore del pullman si è salvata rompendo i vetri e uscendo. Un professore di educazione fisica ha salvato molti di quelli che erano a bordo rientrando nel mezzo. È ricoverato con ustioni sulla schiena“. A spiegarlo è il console generale d’Ungheria, Judit Timaffy, arrivata da Milano a Verona nella notte dopo la tragedia del pullman con a bordo studenti, docenti e alcuni genitori di ritorno a Budapest dopo una vacanza scolastica sui monti in Francia. Il console sta seguendo le condizioni dei feriti ricoverati negli ospedali veronesi, ed è sul posto per accogliere i genitori dei ragazzi, già partiti dall’Ungheria.
Uno scheletro di lamiere e plastica colata annerite. E’ cio’ che resta del pullman dopo la morte di 16 dei suoi 55 passeggeri. La carcassa e’ ricoverata in uno spazio della societa’ autostradale a Verona Est, nemmeno 300 metri in linea d’aria dal luogo dell’incidente. Sul luogo stanno lavorando tecnici e operai della A4, impegnati anche a verificare le condizioni di stabilita’ del pilastro contro il quale il mezzo pesante si e’ schiantato. Quel che resta del mezzo, che gronda ancora acqua utilizzata dai pompieri per spegnere le fiamme, e’ stato posto sotto sequestro. Nel bagagliaio sventrato sono riconoscibili ancora decine di valige annerite dal fumo, alcune con le plastiche completamente liquefatte. Anche dall’analisi di questi resti, oltre a cio’ che resta della parte tecnica, i periti trarranno i risultati per dare una spiegazione alla tragedia.