Inizia il mese “corto e amaro”: il clima di Febbraio in Italia

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Dice un proverbio che febbraio è corto e amaro. In effetti sicuramente è il mese più breve dell’anno, essendo costituito di soli 28 o, al più, 29 giorni. Quanto all’appellativo di amaro, forse è dovuto al fatto che si trova alla fine dell’inverno, periodo in cui, anticamente, le provviste alimentari scarseggiavano a causa del freddo.

Dal punto di vista meteorologico, la pressione, in media, assume i valori più bassi dell’intero anno, a conferma che, in questo mese, la zona di basse pressioni nota come fronte polare, si trova proprio alle nostre latitudini. Le perturbazioni sono molto frequenti, soprattutto nella prima parte del mese; mediamente da 1 a 2 ogni settimana, con direzione di provenienza da ovest o nord ovest.

Le giornate tendono ad allungarsi ed inevitabilmente anche le temperature sono generalmente in lieve, ma graduale aumento, complice il maggior numero di ore di soleggiamento. I valori massimi, al nord sono tra +11/+13°C, mentre le temperature minime risultano ancora diffusamente prossime allo zero, anche se in alcune occasioni, in pianura, possono ancora raggiungere valori al di sotto dei -4/-5°C. Al centro e al sud l’aumento termico risulta più graduale, con temperature massime che risultano comprese tra i +15 ed i +20°C.

Nella prima parte del periodo il nostro territorio è ancora soggetto a numerose irruzioni di aria fredda, proveniente sia da ovest che dai Balcani. Nel primo caso il maltempo si concentra sulla pianura padana e lungo il versante tirrenico; nel secondo caso le regioni più colpite sono quelle del versante adriatico, dove si hanno precipitazioni abbondanti, spesso a carattere nevoso e temperature che, a parità di latitudine, risultano più basse del versante tirrenico. In questo periodo si hanno frequenti episodi di bora nella zona di Trieste.

Tra gli eventi di tipo estremo, dobbiamo ricordare la “nevicata del ‘56”, che fu determinata da un insieme di elementi che crearono una situazione meteorologica difficilmente ripetibile, in quanto la coincidenza di così tanti fattori, tutti responsabili del raffreddamento dell’aria nei bassi strati dell’atmosfera, è molto rara. Quell’anno in Italia i primi effetti dell’ondata fredda si manifestarono il primo febbraio. A Trieste la bora cominciò a soffiare con raffiche di vento fino a 130 km/h, portando la temperatura a -8°C, contemporaneamente a Milano cominciò a nevicare mentre bufere di neve imperversarono sul Lago Maggiore e nelle vallate attigue. A Venezia il termometro scese fino a circa -6°C, con raffiche di bora che raggiunsero 98 km/h. a Bologna ci fu una intensa nevicata che ricoprì la città con uno strato di circa 30 cm.

A Roma la neve cadde il giorno 2 e, soprattutto, il giorno 9, quando il suolo fu coperto da uno strato di circa 10 cm. Il giorno 11 ci fu una nuova ed abbondante nevicata che, in città, portò lo strato nevoso a circa 20 cm. Intense nevicate interessarono anche le coste meridionali della Sicilia e la stessa isola di Lampedusa.

Nella seconda parte del mese le invasioni di aria fredda sono meno frequenti ed il tempo tende, generalmente, a stabilizzarsi, concedendo spesso delle giornate di cielo sereno; di conseguenza la temperatura sale più rapidamente. Le precipitazioni sono frequenti, anche se non abbondanti; esse colpiscono principalmente il versante tirrenico e la Sardegna. Anche i casi di nebbia sono piuttosto frequenti, soprattutto nella pianura padana, ma spesso si verificano anche nelle valli minori del nord e del centro Italia.

I venti sono da moderati a forti e tendono ad avere una componente di provenienza da nord, che diventa nord est nelle regioni del versante adriatico. I mari sono generalmente mossi.

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