C’è la storia di Jamila, la nigeriana sposa bambina, finita in ospedale con una forte emorragia causata dal rapporto violento del marito adulto che l’aveva ‘acquistata’ dai fratelli indebitati, ma anche il racconto di viaggio di Selam, una ragazza eritrea che sopravvive al viaggio fino in Libia e poi in Italia che ricorda tutte le violenze subite. E, Ibrahima, che ha pagato 600 dollari, raggranellati vendendo tutti i suoi avere, per poi fare lo schiavo dei trafficanti di esseri umani. Storie terribili, vere, vissute, raccontate in un libro da Valentina Vivona, psicologa Sprar e componente del consiglio direttivo Mete onlus. ‘Il razzismo non è un punto di vista, ma un crimine’ (76 pagg., 12.50) è la sua opera prima. L’autrice, che da anni si occupa di promuovere cultura di pace, tutela dei diritti umani, rispetto e dignità della persona, senza porre alcuna distinzione di genere, nel libro ha raccontato la sua esperienza in questi anni.
Un viaggio nel viaggio lungo le tante e diverse destinazioni dei giovani che lasciano abbandonano le loro case, in zone di guerra, o perché senza cibo, per raggiungere l’Europa e sperare in un futuro migliore.
La prima parte del libro è incentrata sui racconti di alcuni ragazzi ospiti dello Sprar di Palermo in cui la Valentina Vivona lavora come psicologa. “Anche solo guardandomi attorno nella quotidianità del mio lavoro – scrive Valentina Vivona – mi accorgo, per esempio, di quanto facilmente l’incontro tra l’operatore e l’immigrato sia, in realtà, un ‘disincontro’. La relazione, spesso, si connota come uno sguardo indietro, carico di sofferenza verso ciò che ha lasciato, per l’immigrato, e la progettualità di un futuro, per l’operatore”. La seconda parte del libro è dedicata, invece, alle ingiustizie sociali e al tema della violazione dei diritti umani. C’è un capitolo dedicato, ad esempio, al turismo sessuale che “costituisce un fenomeno di portata globale, favorito dal turismo di massa e dai voli low cost. Ecco, allora, che viaggi verso mete lontane diventano una maniera alternativa per procurarsi rapporti sessuali a pagamento con le popolazioni locali, in particolare con bambini e adolescenti”. “E’ dietro a professionisti affermati, cittadini modello – scrive Vivona nel libro – familiari e amici esemplari e insospettabili che si celano squallidi turisti in cerca di prostituzione, spesso minorile”.Un altro è dedicato alle ‘spose bambine’: “Troppe – denuncia l’autrice – sessanta milioni circa. E sarebbero qualche migliaio quelle in Italia celate dietro l’opacità delle comunità immigrate più impermeabili al mondo esterno, come le pakistane, indiane, egiziane e marocchine”.
Violazioni dei diritti umani, insomma. Come afferma la scrittrice “Violazione che si concretizza, tra le altre forme, nel cosiddetto fenomeno delle spose bambine, una piaga della società attuale, ma che trova espressione anche nelle inumane forme di escissione e infibulazione, nel turismo sessuale, aberrante fenomeno di portata globale, ma ancora negli attacchi sfiguranti con l’acido e, non ultima in alcuni paesi, nella sfida alla dignità delle donne mestruate, ritenute sporche e indegne”. Il libro ‘Il razzismo non è un punto di vista, ma un crimine’, è acquistabile tramite il sito online Amazon al costo di 12.50 euro. (AdnKronos)