Alla fine degli anni ’30 di un mondo ucronico, dove il Sacro Romano Impero è sopravvissuto al Medio Evo ed esiste ancora, il giovane giornalista Andrea Alcis e l’enigmatico Vertrago, capitano dell’esercito imperiale, si ritrovano al centro di un gioco tra potenze mondiali e forze arcane che li condurrà in un viaggio fino ai confini del mondo. E’ questa la trama de “Il Sole dell’Impero”, romanzo “fanta-archeologico” di Carlomanno Adinolfi appena uscito per Idrovolante Edizioni (direttore editoriale Roberto Alfatti Appetiti).
L’autore, giovane ingegnere elettronico con una passione per storia e mitologia indoeuropea, lo ha definito “una spy-story” con “elementi mitici ed esoterici”: “A fare capolino sono tematiche, simboli, elementi archetipici che derivano dalla mitologia romana, da quella nordica, da quella buddhista, dal mondo ermetico e da quello mistico medievale. E poi gran parte della storia è incentrata su una certa visione ‘filosofica’ della fisica quantistica e della teoria delle stringhe che da sempre mi appassionano”, ha raccontato, spiegando di aver risentito, più o meno volutamente a seconda dei casi, dell’influenza di autori come Stephen King, George R.R. Martin (Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco), e Michael Ende.
Fonte d’ispirazione per Adinolfi anche i fumetti, dal Tintin di Hergé al Blake et Mortimer di Edgar P. Jacobs, passando per i primissimi fumetti pulp, “quelli che – racconta – negli anni ’20 e ’30 venivano stampati sulla carta porosa da cui prende il nome il genere e che spaziavano dalle spy stories alle avventure fanta-archeologiche alla ricerca di mondi perduti tra mafiosi, agenti segreti e scienziati pazzi”. (AdnKronos)
VIDEO SUGGERITO
Libri: “Il Sole dell’Impero”, tra spy-story e fanta-archeologia
MeteoWeb