La quantità di neve caduta in questi giorni nelle regioni del centro sud, in particolare Abruzzo, Molise e Puglia, “è legata al solito fenomeno dell’ effetto serra. Sembra un paradosso parlare di riscaldamento in queste giornate di gelo. Effetto serra pero’ non vuol dire caldo ma vuol dire eventi estremi, tra cui anche le nevicate in grande quantita'”. Lo afferma Giampiero Maracchi, emerito di climatologia all’Universita’ di Firenze. Così, spiega Maracchi, un evento, come le nevicate, normale in inverno e nelle zone di montagna, si trasforma in emergenza. “In questo periodo – afferma l’esperto – l’arrivo di aria fredda sul versante adriatico e’ abbastanza nella norma. Quello che succede per la pioggia succede per la neve. Il fenomeno di per se’ e’ normale ma poi di trasforma in estremo”.
Riguardo quest’ultima ondata di Maltempo, Maracchi parla di “evento raro ma negli ultimi anni non cosi’ eccezionale” e ricorda il 2012 quando a Forli’ ci furono due metri di neve, sottolineando la “frequenza elevata” di questi fenomeni anche a carattere nevoso. “Con il cambiamento climatico le stagioni sono sfalsate. Veniamo da un autunno caldo con temperature sopra la norma e una maggiore evaporazione dall’Atlantico. Quando poi si combina con l’aria fredda da nord-est, cade tutto insieme”, prosegue l’ esperto. Le ultime nevicate soprattutto su Abruzzo e Molise hanno sommerso interi comuni. A Pescocostanzo la neve ha raggiunto i 2,10-2,20 metri, a Capracotta 1,5 mt, sopra il metro e mezzo a Pescopennataro. Capracotta è nota nel mondo per il record del marzo 2015 quando caddero in sole 16 ore oltre due metri di neve. Da rilevare che la misurazione della neve dipende molto dal vento, sottolinea Maracchi. In questi giorni le regioni colpite sono state sferzate da forti raffiche e, in alcuni punti di Pescocostanzo e Pescopennataro il muro di neve e’ arrivato anche a tre metri.