C’è chi inizia a sentirsi male quando entra in un grande negozio o va al supermercato, o chi non sopporta di stare sulla riva di un fiume. Sono tanti e diversi i luoghi che possono scatenare le vertigini visive, una condizione spesso definita ‘sindrome da supermarket’, associata a sintomi come giramenti, problemi di equilibrio, nausea e vomito. A volte talmente pesanti da spingere chi li sperimenta a chiudersi in casa per evitare un nuovo attacco. Secondo un gruppo di psicologi dell’università di Cardiff nel Regno Unito, la realtà virtuale può essere un valido strumento contro questo disturbo invalidante. Da un lato per far luce sulle possibili cause e gli ambienti più a rischio, dall’altro per diagnosticare i pazienti e aiutarli a star meglio con strategie su misura. “Al momento non sappiamo molto su ciò che provoca una vertigine visiva”, spiega Georgina Powell della School of Psychology dell’ateneo gallese. Inoltre, aggiunge, ad oggi “non sono disponibili molte terapie di riabilitazione efficaci. L’obiettivo del nostro progetto è colmare queste due lacune“. L’idea, in sintesi, è quella di sviluppare ambienti virtuali nei quali i pazienti potrebbero essere ‘immersi’ a scopo di ricerca, diagnostico e terapeutico. Un approccio che secondo gli esperti Uk avrebbe un “potenziale reale“. “I pazienti con vertigini visive sono molto diversi – sottolinea Powell – Certi ambienti potrebbero innescare i sintomi in alcuni, e ambienti diversi potrebbero accenderli in altri“. Il punto forte della realtà virtuale è “la flessibilità“, cioè la possibilità di “mostrare ai pazienti diversi tipi di ambiente, in modo da scoprire caso per caso quali sono i fattori scatenanti e definire percorsi di riabilitazione specifici e personalizzati“. Spesso – ricorda la Bbc online – le vertigini visive insorgono dopo che una persona ha subito dei danni o avuto una malattia al sistema vestibolare, l’insieme di strutture dell’orecchio interno coinvolte nell’equilibrio e nell’orientamento spaziale. Per esempio un’infezione. Ma il disturbo può anche essere collegato all’emicrania. Petroc Sumner, che sta supervisionando il progetto, precisa che la riabilitazione delle vertigini visive è “molto difficile. I pazienti vanno visti più volte e serve tanto tempo. L’impiego della realtà virtuale potrebbe davvero rivelarsi una strategia utile – assicura – specie via via che la tecnologia necessaria diventerà più economica“.
VIDEO SUGGERITO
Medicina: la realtà virtuale contro le vertigini visive
MeteoWeb