Viene chiamata ‘valvola dimenticata‘, perché in sala operatoria spesso si preferisce non toccarla anche quando bisognerebbe metterci mano. Ma ora la tricuspide, che nella parte destra del cuore collega atrio e ventricolo, potrebbe riscattarsi da ‘cenerentola delle valvole’ grazie a una nuova tecnica di riparazione mininvasiva frutto del progetto europeo ‘Musicare’ coordinato dal Politecnico di Milano, finanziato con oltre 3,8 milioni di euro nell’ambito del programma Horizon 2020. Il progetto è partito il 1 gennaio 2015 e durerà 4 anni, ma ha già prodotto i primi risultati in uno studio pubblicato sul ‘Journal of the American College of Cardiology’. Attraverso un innovativo banco-prova ibrido artificiale/naturale – spiegano dall’ateneo di piazza Leonardo da Vinci – è stato possibile dimostrare la fattibilità e l’efficacia di una metodica innovativa che permette di riparare la tricuspide a cuore battente, utilizzando un catetere inserito dalla vena femorale. Il lavoro è stato condotto in collaborazione con una équipe medica dell’ospedale Sacco di Milano e con Abbott Vascular. La tecnica consente in sintesi di porre rimedio in modo ‘soft’ al rigurgito della valvola difettosa, raramente trattata con la chirurgia tradizionale a causa della complessità e della rischiosità dell’intervento. Durante le operazioni effettuate per patologie del cuore sinistro – sottolineano da Politecnico – un eventuale rigurgito della valvola cardiaca tricuspide non viene trattato anche se presente. Poiché però questo disturbo ha carattere degenerativo, si rende spesso necessario un reintervento mirato a trattare la tricuspide, con un altissimo tasso di mortalità del paziente: dal 25% al 35%. “In questo contesto – evidenziano gli esperti – la possibilità di utilizzare la tecnica transcaterere per questo tipo di intervento, si rivela particolarmente interessante”. Il trattamento transcatetere protagonista dello studio – continuano dal Politecnico – consiste nell’applicare sulla valvola tricuspide un dispositivo che vincola i foglietti valvolari a 2 a 2 tra loro. I ricercatori hanno dimostrato che la tecnica permette in generale di ripristinare la corretta funzionalità valvolare. In particolare, il lavoro ha chiaramente indicato che il trattamento è più efficace se applicato in una specifica zona della valvola (la parte mediale tra i foglietti valvolari anteriore e settale), mentre è inefficace, o addirittura peggiorativo, se applicato in un’altra specifica posizione (tra i foglietti anteriore e posteriore). “Queste informazioni potranno avere un’importante ricaduta in termini di trattamento clinico della malattia”, commentano gli autori. Musicare – si legge nella nota – riunisce un gruppo internazionale di università, aziende e ospedali di 4 nazioni europee (Italia, Inghilterra, Olanda, Belgio), coordinati dal Politecnico di Milano. L’obiettivo del progetto è quello di strutturare una rete trasversale e multidisciplinare di studiosi in grado di sviluppare ricerca e tecnologie innovative in ambito cardiaco senza barriere tra università, aziende e clinica, e di formare giovani ricercatori capaci di sviluppare tecnologie abilitanti e modelli di business innovativi. L’ambizione è “incidere sulle attuali pratiche in cardiochirurgia e cardiologia interventistica, portando nuova conoscenza sul rimodellamento ventricolare a fronte di differenti tecniche terapeutiche, tecnologie innovative per la progettazione e l’ottimizzazione di una nuova generazione di soluzioni tecniche, un nuovo percorso di studi di dottorato capace di combinare la ricerca accademica con la visione di impresa e la possibilità di lavorare sul campo in ospedale”.