Sicurezza sui luoghi di lavoro? Imprescindibile, anche ad alta quota! Per tutelare la salute di coloro che si spingono oltre i 25 000 piedi di altezza (un po’ meno di 8.000 metri), dove l’atmosfera è sottile e potrebbe non assicurare adeguata protezione dai pericolosi raggi cosmici, è stato condotto un nuovo studio, guidato dagli scienziati NASA e realizzato sulla base dei dati raccolti dall’esperimento RaD-X.
La ricerca, pubblicata sullo speciale di Space Weather Journal, raccoglie, infatti, informazioni sulla natura dei raggi cosmici, rilevati a 7 differenti altitudini, dagli 8000 ai 36.500 metri: l’obiettivo è approfondirne la quantità e la relativa pericolosità a differenti altezze, che comprendono anche i voli aerei.
Quando voliamo sopra le nubi ci appare uno spazio apparentemente vuoto, ma che tale non è. Il nostro pianeta – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – è investito da raggi cosmici provenienti dal nostro Sole come da altre galassie, a cui fa da schermo il campo magnetico terrestre e l’atmosfera. Uno scudo che però non è impenetrabile ed è più o meno resistente a seconda della quota in cui ci si trova.
Si tratta di ambienti che mettono a rischio la salute degli esseri viventi (la radiazione cosmica è in grado di “rompere” il DNA e alterare le funzioni cellulari) e il funzionamento degli apparati tecnologici.
Grazie ai dati catturati con RaD-X e alle ricerche svolte dagli esperti NASA, è stato possibile tenere d’occhio il comportamento dei raggi cosmici attraverso l’atmosfera: le rilevazioni sono state fatte a 7 altezze diverse, in modo da collezionare informazioni utili per monitorare gli eventi di Space Weather e raccogliere dati utili a tutelare la salute degli inquilini della Stazione Spaziale Internazionale, dato fondamentale anche per preservare la salute dei futuri viaggiatori su Marte.