Centinaia di cantieri e fabbriche hanno violato le misure anti-inquinamento decise dal governo cinese per arginare l’inquinamento dell’aria in Cina. Lo ha annunciato il ministro dell’Ambiente cinese, secondo quanto riporta l’agenzia Xinhua, sottolineando che le infrazioni sono state contestate da una decina di squadre di ispettori, inviate appositamente nelle provincie piu’ inquinate. L’annuncio arriva dopo che da inizio anno è stato proclamato l’allerta ‘rosso’ per l’inquinamento dell’aria in 24 città del centronord cinese, il grado di allarme massimo che prevede la chiusura di scuole, uffici, fabbriche e cantieri.
A Pechino l’allerta permane fino a domani a livello ‘orange’, il secondo dei quattro livelli di gravità, proclamato venerdì e prolungato domenica scorsa. Gli ispettori del ministero dell’Ambiente cinese hanno scoperto che oltre 500 tra cantieri, acciaierie, fabbriche metallurgiche, chimiche e di anticrittogamici non hanno rispettato la chiusura imposta dal governo per ridurre le emissioni inquinanti. Anche 10 mila autoveicoli, classificati come fortemente inquinanti, sono stati scoperti ad infrangere i blocchi del traffico. Non è noto quali sanzioni siano state applicate ai trasgressori.