Tempeste solari, emissioni di massa coronali e altri fenomeni che ‘vivacizzano’ il fulcro del nostro sistema planetario potranno essere osservati con standard di precisione e chiarezza molto più elevati. Questo traguardo si deve a “Clear”, uno strumento all’avanguardia sviluppato dal Big Bear Solar Observatory (BBSO) del New Jersey Institute of Technology.
Il team internazionale di studiosi impegnati su questo progetto ha illustrato Clear nel paper “Clear widens the field for observations of the Sun with multi-conjugate adaptive optics”, pubblicato il 10 gennaio 2017 sulla rivista Astronomy & Astrophysics.
Lo strumento, che si basa sulla tecnologia dell’ottica adattiva multi-coniugata (MCAO, Multi-Conjugate Adaptive Optics) e che è operativo con il New Solar Telescope (NST, il telescopio del BBSO), è stato ideato proprio per correggere i problemi che le turbolenze atmosferiche possono creare nella realizzazione dei ‘ritratti’ del Sole.
Il sistema di Clear – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – è costituito da tre specchi deformabili che, guidati da un computer, catturano la luce ad altezze differenti, correggendone il cammino; dalle tre immagini così ottenute se ne ricava una priva degli effetti negativi delle turbolenze.
I telescopi convenzionali, infatti, sono condizionati dalle dinamiche dell’atmosfera all’origine di distorsioni nella propagazione della luce, che giunge all’osservatore finale con un angolo di incidenza casuale.
Con questo strumento il telescopio del BBSO può quindi realizzare immagini più chiare e che possono inquadrare zone del Sole molto più ampie. Nella foto in alto, confronto di immagini realizzate con la vecchia tecnica, a destra, e con la nuova, a sinistra.
Secondo il team di progetto, che ha lavorato per anni su Clear soprattutto per testare la configurazione degli specchi, lo strumento è un’importante pietra miliare nell’ambito dell’ottica adattiva e schiude nuove prospettive di ricerca, specie per quanto riguarda le tempeste solari e la loro influenza sulle telecomunicazioni.