Il terremoto, forte quasi quanto l’evento sismico del 30 ottobre. E poi il maltempo, con neve e gelo eccezionale per l’Italia. Una “tenaglia” a cui le istituzioni non hanno potuto tirarsi indietro. Il centro del Paese è ancora messo in ginocchio, una flagellazione che non ha fine da quel 24 agosto quando tanti piccoli tesori arroccati sulle montagne sono stati distrutti. A sorpresa questa mattina il premier Paolo Gentiloni si è precipitato a Rieti nella sede della Dicomac (Direzione di comando e controllo della Protezione civile) per presiedere insieme al capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, e al commissario straordinario per la ricostruzione, Vasco Errani, una riunione di aggiornamento con tutti i vertici delle squadre che stanno operando sul territorio.
Le forze armate, coordinate dalla Protezione Civile, contano già circa 1.800 militari, ma a seguito di contatti diretti tra il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano e il responsabile della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, le forze armate stanno rendendo disponibili ulteriori contingenti di personale e mezzi. Si tratta di un impegno rilevante, che porterà il contributo complessivo della Difesa a circa 3.000 militari, oltre 950 tra mezzi ruotati e mezzi speciali del genio, nonché 16 elicotteri.Lo stesso capo dello Stato, Sergio Mattarella, che oggi ha espresso “sgomento per questa nuova tragedia che si abbatte su un territorio e su popolazioni già duramente provate da scosse sismiche ripetute e violente”, ha ringraziato “per la loro abnegazione i soccorritori che operano in condizioni estreme provocate dalla contemporaneità di scosse sismiche e di eccezionali nevicate”. “Nessuno sforzo – assicura il presidente della Repubblica – viene risparmiato nel tentativo di salvare vite umane e di soccorrere le persone in difficoltà”.