Terremoto: grossi disagi per l’Osservatorio astronomico di Teramo Inaf, ma le attività sono proseguite lo stesso

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Senza riscaldamento da 6 giorni, senza luce, con il rischio di interruzione dell’acqua corrente e i cellulari fuori uso: sono questi i disagi che stanno affrontando i ricercatori dell’Osservatorio astronomico di Teramo dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), in seguito alle abbondanti nevicate e il terremoto del 18 gennaio in Abruzzo, come segnala il direttore della sede, Roberto Buonanno. Alcune cose erano state previste, altre no, come spiega su Media Inaf. ”Si sapeva che ci sarebbero state nevicate intense e che le temperature sarebbero scese”, rileva, tanto che ”era stato allungato l’orario di riscaldamento e si poteva contare su un gruppo elettrogeno con annessa continuita”’. Quello che non si sapeva è che, ”già a partire da lunedi 16, molti dipendenti, alcuni con bambini piccoli, si sarebbe trovati nella impossibilita’ di uscire di casa per l’accumulo di neve e senza energia elettrica – continua – Non si sapeva che i distacchi di energia elettrica si sarebbero diffusi a gran parte delle abitazioni e che, da mercoledi’ 18, anche l’Osservatorio si sarebbe trovato in questa situazione”.

Inaspettati anche i problemi di reperimento di gasolio per rifornire i gruppi elettrogeni e i cellulari fuori uso. ‘‘Non si sapeva che molti dipendenti dell’Osservatorio, ancora oggi – continua – sono senza riscaldamento da 6 giorni, senza luce, con il rischio di interruzione dell’acqua corrente e senza possibilita’ di comunicare”. Nonostante questo, sottolinea Buonanno, ”gli impegni sono stati mantenuti e le scadenze rispettate. Il personale tecnico si e’ impegnato al massimo nel garantire l’agibilita’ e la minima funzionalita’ indispensabile anche nella emergenza”. Tra le altre cose, si è riusciti a presentare la domanda per le borse di dottorato dell’Inaf e inviare il contributo al volume ‘Gran Sasso e Scienza’. Il gruppo Ska (il piu’ grande radiotelescopio del mondo) ha partecipato (spostandosi sulla costa dove l’energia elettrica non mancava) a due videoconferenze e sono continuate le attivita’ del progetto Eris per l’Eso (European Southern Observatory). 

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