Terremoto, maltempo, siccità: 5 mesi di emergenze continue, “stiamo lavorando nonostante la situazione proibitiva”, il sistema regge

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Il centro Italia devastato dalla fine dell’estate all’inizio del 2017 da tre terremoti, il sud del paese attraversato da settimane da perturbazioni che hanno portato la neve fin sulla spiaggia di Santa Maria di Leuca, le regioni settentrionali da settembre senza precipitazioni, costrette a far fronte ad un serio problema di siccità e agli incendi alimentati dal vento che soffia ad oltre cento chilometri, migliaia di vigili del fuoco, militari, poliziotti, volontari che non tornano a casa da mesi. Da cinque mesi a questa parte ogni giorno il sistema di Protezione Civile non sia chiamato ad affrontare una qualche emergenza. “Stiamo vivendo una situazione eccezionale sotto tutti i punti di vista, la macchina e’ completamente in moto ma e’ evidente che gli operatori stanno lavorando al limite del proibitivo” dice il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio.

Castelluccio di Norcia (2)La Dicomac di Rieti, la struttura di comando e controllo del Dipartimento sul territorio, aperta dopo il primo terremoto, quello del 24 agosto è oggi tornata centrale nell’organizzazione delle attività di soccorso. Da lì sono infatti partite le indicazioni sulla mobilitazione di uomini e mezzi, per far fronte all’ennesima emergenza. E’ Curcio, infatti, che deve coordinare le migliaia di operatori dei vari corpi dello Stato e i volontari impegnati sul territorio ed è a lui che spettano le decisioni sulla movimentazione dei mezzi e delle attrezzature. Decisioni complesse e che possono avere delle conseguenze come spostare colonne mobili e macchinari da un territorio per intervenire su un altro che può significare, in caso di nuova emergenza, mettere a rischio decine di migliaia di persone.

In questi cinque mesi tra Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria si sono alternati oltre 10mila volontari e migliaia di uomini e donne dei corpi dello Stato, vigili del fuoco innanzitutto ma anche carabinieri, poliziotti, finanzieri, militari dell’Esercito, tecnici delle aziende dei servizi primari. “Ai mesi di martellamento sismico al quale migliaia di persone sono sottoposte e che stiamo cercando di gestire – dice ancora Curcio – si è aggiunta la situazione di questi giorni, con un’ondata di maltempo eccezionale e nevicate che non si verificavano da anni su quelle zone. A tutto questo, infine, si sono aggiunti quattro eventi sismici tutti di magnitudo superiore al 5″. Ma il sistema, per il momento, è ancora in piedi. “Stiamo reggendo il colpo – conferma Curcio – abbiamo risorse ampie e le richieste che arrivano dai territori sono ‘selettive’, non viene sguarnito interamente il sistema. Ma e’ ovvio che e’ sotto pressione”. Bisogna dunque incrociare le dita e sperare, da un lato, che passino senza ulteriori danni le prossime 24-48 ore – la perturbazione al centrosud dovrebbe passare nella nottata tra giovedi’ e venerdi’ – e, dall’altro, che non sopraggiunga una nuova, ennesima emergenza. Perche’ la questione e’ sempre la stessa e migliaia di uomini e donne al limite da cinque mesi possono fare tanto ma non tutto: l’Italia e’ un territorio fragile e per evitare disastri e tragedie occorre una serie opera di prevenzione e pianificazione. Perche’ non va dimenticato mai che un terremoto di magnitudo 5, in Giappone, e’ routine. E invece in Italia spesso provoca morti. “Se parliamo della questione sismica – conferma Curcio – e’ evidente che il paese ha bisogno di maggior prevenzione, soprattutto di quella strutturale. Gli eventi meteo avversi, invece, li gestisci soltanto con una precisa pianificazione, soprattutto a livello territoriale”. E c’e’ un ultimo aspetto, che riguarda direttamente i cittadini. “Se diciamo che non e’ il caso di mettersi in movimento, e’ chiaro che non lo diciamo tanto per dire – conclude Curcio – Dunque serve anche un cambiamento culturale, dobbiamo imparare a cambiare modo di pensare”.

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