A Norcia, in Umbria, arrivano le prime casette (oltre cento quelle ordinate dal Comune) per i terremotati, da assegnare a chi ne ha fatto richiesta in seguito al primo Terremoto del 24 agosto. Ad Arquata del Tronto, invece, arrivano le protesta per il ritardo nella consegna delle casette. Il Comune devastato dalle ondate sismiche di agosto e di fine ottobre, con 50 morti, e con la frazione di Pescara del Tronto letteralmente rasa al suolo e la popolazione sfollata, non ci sta. Il sindaco Aleandro Petrucci, oggi al lavoro con il vice sindaco Michele Franchi nel modulo-sede del Comune a Borgo, non nasconde di essere sotto pressione da parte della sua comunita’, che teme che non venga rispettato l’impegno assunto a piu’ riprese del Governo di rendere disponibili le abitazioni provvisorie prima della prossima estate.
“Sono tutti molto preoccupati e lo siamo anche noi amministratori – ammette -. Stiamo molto indietro, questa e’ la verita’, e molto dipende dalla burocrazia”. Tra i problemi, cita quello delle macerie: “l’Arpa Marche ci impedisce di accatastare provvisoriamente quelle di Trisungo e Borgo in uno spazio in cemento nell’area Univer 3, in attesa che tutto lo spazio venga urbanizzato, e ci vorra’ un mese. Siamo costretti a smaltire i rifiuti addirittura a Roma, con un’enorme perdita di tempo. Temono che coli il percolato, ma non si puo’ essere fiscali all’ennesima potenza. Questo significa bloccarci”.
Dopo l’assegnazione dell’appalto per l’urbanizzazione dell’area dove verranno montate le casette di Pescara del Tronto, una trentina, i lavori inizieranno a giorni. In dirittura d’arrivo la gara per l’urbanizzazione dell’area a Borgo, la piu’ grande, che ospitera’ 54 casette. L’amministrazione comunale spera di rendere le casette disponibili in questi due spazi per giugno prossimo. Ma resta l’incognita delle altre aree nelle frazioni. Le esternazioni del primo cittadino di Arquata provocano “stupore e amarezza” alla Dicomac della protezione civile di Rieti, post sisma, che chiama in causa proprio il Comune: i ritardi di Arquata, rispetto ad altre situazioni, “derivano principalmente dalle difficolta’ del territorio nell’individuare il numero e il tipo di casette necessarie e le aree nelle quali installare le Sae“.
Al Comune di Arquata vengono imputati anche gli “ulteriori slittamenti dovuti alle continue richieste di rimodulazione alla ditta fornitrice dei layout delle disposizioni delle casette“, indispensabili per far partire i progetti definitivi e le gare per le opere di urbanizzazione. “In questo caso la ‘burocrazia’ poco c’entra – e’ la conclusione -, meglio sarebbe lavorare ognuno per la propria parte di competenza per velocizzare quanto piu’ possibile le attivita’ e rispondere ai cittadini”. “Non vogliamo fare nessuna polemica perche’ errori ne abbiamo commessi anche noi, ma solo assicurarci che anche per Arquata ci sia la stessa attenzione che c’e’ per Amatrice e Norcia” la replica di Petrucci e Franchi, che ribadiscono “massima fiducia in Fabrizio Curcio e nella protezione civile”.
Il sindaco Petrucci e il vice sindaco Franchi replicano alla nota del Dicomac che ha imputato anche all’amministrazione comunale responsabilita’ sui ritardi per le Sae. “Stiano tranquilli al Dicomac – dicono all’ANSA –, siamo fiduciosi che sapranno posare le casette nel nostro territorio cosi’ come sta avvenendo altrove nei tempi previsti; quello che vogliamo e’ che la burocrazia non ci fermi per stupidaggini come ha fatto l’Arpam. Inoltre – aggiungono – vogliamo la stessa attenzione che c’e’ per Amatrice e Norcia. Vogliamo poi ricordare al capo della Protezione civile Fabrizio Curcio che ci ha promesso l’aiuto dell’Esercito per darci una mano. Sappiamo di aver commesso anche noi errori in questi mesi, ma non dimentichi Curcio che qui ci sono stati tre terremoti che hanno richiesto sopralluoghi e modifiche, soprattutto dopo le scosse di ottobre. Andiamo avanti con spirito di collaborazione e fiducia reciproca” concludono Petrucci e Franchi.