Il terremoto di ieri sera in Sicilia, tra le province di Messina e Catania, con epicentro tra Sant’Agata di Militello e Capo d’Orlando, ha avuto magnitudo 3.4 ed ipocentro a 6.1km di profondità. Ha creato apprensione ma non ha comunque causato nessun danno.
Il terremoto è avvenuto a nord dell’area dei Monti Nebrodi, una catena montuosa che, insieme alle Madonie ed ai Peloritani costituisce il prolungamento della catena appenninica. Si tratta, proprio come per l’Appennino, di una porzione soggetta a forti tensioni tettoniche dovute al corrugamento causato dallo scontro tra zolla Africana ed Europea. In quest’area è presente quindi una elevata sismicità. I terremoti storici più forti avvenuti in quest’area sono quelli del 1823 (M:6.5), del 1786 (M: 6.2), del 15 aprile 1978 (M: 6.1). Il database dei terremoti italiani degli ultimi 1000 anni permette di raccogliere maggiori informazioni su questi terremoti.
Inoltre quest’area è soggetta alle fortissime scosse di terremoto che avvengono nell’area dello Stretto di Messina e della Calabria.
I comuni più vicini all’epicentro del terremoto di ieri sera sono tutti classificati in zona sismica 2 (a questo link le zone sismiche di tutti i comuni italiani).
Le aree dove si registrano i terremoti più forti, in Sicilia, sono quella sud-orientale (basti pensare al sisma dell’11 gennaio 1693 nella Val di Noto) e in corrispondenza dello Stretto di Messina, con magnitudo anche superiori a 7.0. Altra area “calda” è quella del Belice, di cui abbiamo ricordato da poco il 49° anniversario.