Un catalogo di mini mondi alieni e di regioni ‘ospitali’ per semplificare la ricerca di simil terre abitabili. Un gruppo di ricercatori, guidato dall’astronomo Guillermo Torres, ha indirizzato i propri sforzi verso lo studio delle peculiarità dei pianeti extrasolari individuati dalla missione NASA Kepler e la definizione di aree idonee allo sviluppo di caratteristiche compatibili con la vita: l’obiettivo, selezionare tra essi una rosa di papabili terre, nate fuori dal nostro Sistema planetario in un’orbita propizia.
Gli ultimi due decenni di storia spaziale – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – hanno fatto registrare il boom di nuovi ‘alieni’, reperiti grazie all’impegno profuso nella caccia dal telescopio spaziale Kepler. Il ‘cercatore’ di mondi ha appurato in particolare che l’Universo è popolato per lo più da pianeti terrestri di ridotte dimensioni, più comuni dei giganti gassosi.
Il dato solleva interrogativi sulla definizione di fascia di abitabilità, la zona collocata nei pressi di una stella in cui un pianeta che vi transiti ha tutto ciò che serve per sviluppare caratteristiche ottimali per la vita – un equilibrio perfetto tra distanza, esposizione alla radiazione e raffreddamento, che consente all’acqua di scorrere in forma liquida. Presso il nostro ‘domicilio’ (il Sistema Solare), la zona abitabile si pone, a seconda dei modelli, all’incirca tra Venere e Marte con la Terra comodamente adagiata nel mezzo.
Gli astronomi, dati di Kepler alla mano, hanno lavorato alla definizione dei confini per scremare tra tutti le simil terre più plausibili: nel catalogo stilato, 4 elenchi a seconda che le regioni abitabili vengano intese in senso stretto (quindi più circoscritte) o ampio. Altro parametro, il raggio del ‘candidato’.
Nel primo gruppo, i pianeti extrasolari ‘cacciati’ da Kepler nell’area abitabile più ampia e con raggio inferiore alla metà di quello terrestre (29 papabili), nel secondo, stesso raggio e area più limitata (20), nel terzo, fascia di abitabilità ridotta e raggio indifferente (63 candidati). In coda, l’insieme dei mondi avvistati nella regione ‘ospitale’ allargata, con raggio qualsiasi. In questo modo il numero complessivo delle simil terre sale a 104.
La classificazione realizzata dal team di ricerca sarà il punto di partenza per scrivere un nuovo capitolo di storia spaziale dedicato alla caccia ad alter ego della Terra.