Sei persone – secondo quanto apprende l’ANSA – sono state individuate vive dai vigili del fuoco sotto la slavina che ha travolto l’Hotel Rigopiano. I pompieri sono in contatto con i sei con i quali hanno più volte parlato. Al momento i superstiti sono ancora sotto le macerie. Il primo contatto è stato poco dopo le 11.
Si è scavato tutta la notte e si continua a scavare tra la neve e le macerie dell’hotel Rigopiano, alle pendici del Gran Sasso, nel comune di Farindola, in provincia di Pescara, travolto da una slavina mercoledì scorso provocando la morte certa di 2 persone. Sono circa 40 i soccorritori impegnati nella ricerca di una trentina di persone, 34 secondo il sottosegretario regionale con delega alla Protezione civile dell’Abruzzo, Mario Mazzocca, tra dipendenti della struttura e ospiti che mancano ancora all’appello.
E’ stata una slavina devastante, che ha pressoché sepolto gran parte della struttura, facendosi anche strada all’interno dei vari ambienti interni, e poi spazzato via quello che trovava sulla sua strada, spostando addirittura di diversi metri l’intero edificio. Un evento innescato probabilmente dalle 4 scosse di magnitudo tra 5.1 e 5.4 avvenute nel Centro Italia il 18 gennaio, fortemente avvertite in questo versante della regione abruzzese dove il rischio valanghe era già classificato 4 (su una scala di 5) a causa dei grandi apporti di neve per diversi giorni di seguito.
E’ stata subito avviata un’inchiesta per disastro colposo da parte della procura di Pescara: si vuole accertare anche l’attendibilità di testimonianze secondo cui era l’iniziale richiesta di soccorso e di evacuazione non è stata immediatamente evasa.
Le operazioni sono coordinate dalla centrale di protezione civile allestita nel palazzetto dello sport di Penne, una sorta di quartier generale.
Sono oltre 200, tra vigili del fuoco, soccorso alpino, Guardia di finanza, carabinieri e Polizia di Stato, le persone impegnate nelle ricerche. Si opera con squadre di 30 per volta che si alternano in un lavoro sul posto molto delicato e condotto con estrema attenzione, scavando anche a mano tra la neve ammassata, per evitare ulteriori crolli. I soccorritori hanno lavorato per tutta la notte alla ricerca della trentina di dispersi che ancora mancano all’appello. Con le temperature ampiamente sotto lo zero, hanno lavorato grazie all’ausilio delle fotocellule ma a ritmi ridotti: non ci sono infatti le condizioni di sicurezza necessarie per operare in maniera massiccia e, dunque, si e’ preferito ridurre il numero degli uomini impegnati. Nel corso della notte le turbine e le ruspe hanno proseguito inoltre il lavoro per liberare la strada che sale all’hotel e consentire una migliore circolazione dei mezzi di soccorso.
Due vittime accertate
“Ho trovato grande impegno e grande competenza delle squadre di soccorso che stanno lavorando senza sosta alla ricerca dei dispersi dell’hotel“. Lo ha detto all’Adnkronos il vice ministro dell’Interno, Filippo Bubbico, ribadendo che sono due le vittime accertate fino a questo momento nell’hotel Rigopiano, alle pendici del Gran Sasso, nel comune di Farindola, in provincia di Pescara, travolto da una slavina mercoledì scorso. “Non è questo il tempo delle polemiche – ha sottolineato il vice ministro, che si trova a Penne, al quartier generale logistico dei soccorsi – Ora è solo il momento di agire, di portare aiuto e di soccorrere chi è ancora sotto la neve“. “Ho incontrato e parlato con i familiari dei dispersi e sono preoccupato e angosciato quanto loro – ha aggiunto Bubbico – e spero insieme a loro di avere notizie positive dalle squadre di soccorso“.