Legambiente Sicilia stigmatizza la decisione assunta dalla Regione, dal Parco delle Madonie e dai sindaci di procedere con ordinanze comunali all’abbattimento dei cinghiali presenti nelle Madonie. “Le leggi nazionali e regionali fissano in modo inderogabile i criteri e le procedure per il controllo della fauna, anche per gravi ed urgenti ragioni di interesse pubblico – afferma Legambiente – imponendo la predisposizione di specifici piani e l’utilizzo preventivo di mezzi di selezione ecologici e di piani di cattura. Gli abbattimenti hanno carattere residuale e possono essere attuati in modo selettivo solo da personale appositamente selezionato“. Legambiente Sicilia sottolinea come all’interno del Parco delle Madonie è già stato autorizzato nel 2015, e sino al 2019, un piano di controllo dei suidi approvato dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e propone di estendere tale modalità operativa anche al resto del territorio madonita.
“E’ peraltro singolare – aggiunge – che l’emergenza cinghiali venga agitata all’indomani della chiusura della stagione venatoria, con la motivazione dell’incolumità alle persone. E’ documentato che le minacce del randagismo sono di gran lunga superiori ma nessuno potrebbe autorizzare l’abbattimento dei cani“. Legambiente ricorda che il Tar Sicilia ha più volte annullato le ordinanze comunali urgenti e contingibili per l’abbattimento dei cinghiali e per questo ha già interessato il ministero dell’Ambiente, la procura di Termini Imerese, il prefetto di Palermo, il comando Carabinieri forestali e tutte le stazioni dell’Arma del comprensorio madonita.