Dalle città d’arte alle metropoli, tutti i volti (e i costi) della raccolta differenziata

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Porta a porta o stradale con campane e cassonetti, monomateriale o multimateriale. Non c’è un modo unico per fare la raccolta differenziata in Italia dove, complici le caratteristiche geografiche, la gestione dei rifiuti e relativi costi sono influenzati da diverse variabili e ogni città è una storia a sé.
Dalla raccolta delle grandi città come Milano o Torino, a Venezia dove i rifiuti si raccolgono con le barche nei canali; dalle città balneari come Rimini che vivono volumi differenti di rifiuti a seconda della stagione turistica, alle città d’arte con la loro viabilità limitata dal patrimonio architettonico; per non parlare di comuni montani e delle isole.
La scelta degli enti locali e il lavoro delle aziende di igiene urbana può presentare scenari totalmente differenti, che vengono studiati da alcuni anni e lo scenario è tracciato dai risultati dello studio “Analisi Costi Raccolta Differenziata Multimateriale”, promosso da Utilitalia, la federazione delle imprese dei servizi ambientali, idrici ed energetici, e realizzato da Bain, su un campione rappresentativo del Paese, pari al 24% della popolazione italiana.
Secondo la ricerca, le imprese che utilizzano almeno una modalità di raccolta multimateriale sono il 94%. I modelli di raccolta sono principalmente cinque divisi in ‘leggero’ (plastica-metalli e carta-plastica-metalli) e ‘pesante’ (vetro-metalli, vetro-plastica-metalli, carta-vetro-plastica-metalli). Il modello ‘leggero’ incide per il 47%, quello ‘pesante’ per il 53%.
In tutti e cinque i modelli è presente la raccolta di metalli. Quelli più diffusi sono: plastica-metalli (42%), vetro-plastica-metalli (25%), vetro-metalli (23%). Guardando alla categoria di rifiuto, per il vetro il modello più diffuso è quello ‘vetro-metalli’ (23%), per la plastica è ‘plastica-metalli’ (62%), per i metalli è ‘plastica-metalli (36%).
Il ‘porta a porta’ vince, sia pur di poco, con il 51% sulla raccolta stradale (49%). Nello specifico, quando il modello è il multimateriale ‘leggero’ prevale il ‘porta a porta’ con il 56%; quando invece il modello è ‘pesante’ la raccolta stradale arriva al 60%.
Oltre il 30% dei rifiuti della differenziata sono raccolti con modalità multimateriale: circa 1,9 milioni di tonnellate all’anno (6% della produzione totale di rifiuti urbani) su un totale di oltre 6,3 milioni di tonnellate.
Sono oltre 119 mila le tonnellate di carta e cartone (pari al 4% del totale) raccolte; più di 839 mila quelle di vetro (48%); quasi 819 mila di plastica (70%); oltre 132 mila di metalli (51% del totale). La percentuale sale al 56% escludendo dal computo carta e cartone. Perciò considerando soltanto plastica, vetro e metalli sono quasi 1,8 milioni le tonnellate raccolte con modalità multimateriale su un totale di quasi 3,2 milioni di tonnellate.
Non c’è un unico modo di fare le cose – osserva il vicepresidente di Utilitalia, Filippo Brandolini – ci sono delle variabili che cambiano in base alle caratteristiche del territorio, della popolazione, della stagionalità. Le aziende, in generale, sono attente a tutti i modelli che si stanno sviluppando perché soltanto da un’analisi comparata di dati effettivi, riscontrabili e statisticamente rappresentativi, si riescono a fare scelte di efficienza industriale e di riduzione dei costi di gestione”.
Il costo di raccolta del multimateriale in Italia è pari a 185 euro a tonnellata. In generale per la raccolta multimateriale il ‘porta a porta’ costa di più con una differenza che oscilla tra il 30 e il 40%. Costi maggiori che vengono riassorbiti però dal trattamento industriale successivo, che è naturalmente più basso quando concentrato su un’unica tipologia.
Guardando invece alla comparazione dei costi, emerge mediamente una maggiore convenienza della raccolta con il sistema multimateriale rispetto a quello monomateriale. La ricerca rileva anche come, a fronte di una maggiore efficienza, i valori di intercettazione della differenziata pro-capite siano mediamente più bassi. (AdnKronos)

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