Il polo del grande gelo siberiano rimane ancorato a est degli Urali ma minaccia di raggiungere la Russia

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In questi giorni l’Europa è perfettamente divisa a metà sotto l’aspetto meteo/climatico, con il settore orientale e settentrionale interessato da una serie di avvezioni di aria molto fredda polare continentale (flussi “retrogradi” secondari), provenienti direttamente dalle pianure e dagli innevati bassopiani della Russia europea, ed un settore occidentale, inclusa l’area mediterranea, interessati da un umido flusso zonale, piuttosto ondulato, responsabile delle ondate di maltempo che recentemente hanno colpito il Portogallo, la Spagna e l’Italia. Con questa particolare situazione sinottica il grande gelo di origine russo-siberiana è costretto a battere in ritirata, ritornando nei luoghi d’origine, al di là dei monti Urali. Difatti la nuova intensificazione dei venti zonali sull’area euro-atlantica sta agevolando lo spostamento del grande gelo siberiano, lì dove si concentra l’area con il freddo più intenso, verso l’altopiano della Siberia centrale, per poi rifugiarsi verso la Repubblica di Jacuzia.

winter-siberia-western-background-wallpaper-wallpapersProprio in Jacuzia il gelo d’estrazione “pellicolare” è tornato in questi ultimi giorni a farsi davvero estremo in questi giorni, tanto che la colonnina di mercurio è riuscita a scendere al di sotto dei -50°C -55°C. Il muro dei -54°C è stato sfondato in alcune località della Jacuzia che sono risultate molto più fredde del villaggio di Ojmjakon, conosciuto in tutto il mondo come il principale polo del gelo dell’emisfero boreale, dove spesso nella stagione invernale la colonnina di mercurio scivola sotto il muro dei -60°C, sfiorando persino i –65°C nelle ondate di gelo più cruente. Basti pensare che nel gelido inverno del 1926 la locale stazione del servizio meteorologico russo registrò una temperatura minima assoluta di ben -71.2°C.

SiberiaUn dato formidabile che però non fu mai ufficializzato. L’attuale record di minima di Ojmjakon è di appena -67.7°C. Valori cosi estremi sulla Terra si possono registrare solo all’interno del Plateau dell’Antartide (dove sono ubicate le basi scientifiche come quella celebre russa di Vostok, che detiene il record di temperatura più fredda mai registrata sul pianeta con i -89.2°C del 21 luglio 1983), sull’altopiano ghiacciato della Groenlandia e sull’imponente comprensorio montuoso del Mc Kinley (la montagna più grande del nord America, dove furono misurati ben -73°C), in Alaska.

A woman walks past the Orthodox Svyato-Nikolsky church in an air temperature of about minus 30 degrees Celcius in KrasnoyarskBisogna però sottolineare come proprio fra l’ultima decade di novembre e il mese di dicembre entra nel vivo il periodo in cui statisticamente si raggiungono i grandi minimi termici annui sulle vaste distese continentali dell’Eurasia (effetto del minimo di soleggiamento che si raggiunge proprio in dicembre). Mai come in questo periodo dell’anno è così facile sfondare il muro dei -60°C nel cuore più gelido della Siberia orientale e centrale. Non è un caso se proprio in questo periodo in diverse città e villaggi siberiani la colonnina di mercurio può agevolmente varcare la soglia dei -50°C.

3315998-Novokuznetsks_siberian_snow_weather_Russia_NovokuznetskNei prossimi giorni l’area di massimo raffreddamento si dovrebbe concentrare sulla Siberia centro-orientale, proprio sulla Repubblica di Jacuzia, dove si andrà a isolare un vasto strato di aria molto gelida e pesante, dura da scalfire, nei bassi strati. Più ad ovest invece l’aria gelida di matrice “pellicolare” comincerà ad arretrare ad est degli Urali verso la Siberia centrale, presentando un nucleo di aria molto gelida, caratterizzato da isoterme prossime i -31°C -32°C alla quota di 850 hpa, posizionato sul settore più settentrionale dell’altopiano della Siberia centrale.

SiberianMa a partire dalla prossima settimana, con la rotazione e lo scivolamento verso la Siberia centro-occidentale del “lobo siberiano” del vortice polare, che nel corso dei prossimi giorni posizionerà il proprio profondo minimo depressionario in quota (con geopotenziali molto bassi in quota e una intensa anomalia positiva nella tropopausa) tra la Novaja Zemlja e la Repubblica dei Komi, nell’area ad est degli Urali, renderà ancora più perturbate le condizioni atmosferiche sul comparto siberiano, dove si verificheranno delle nevicate piuttosto estese che interesseranno sia il bassopiano della Siberia occidentale che l’altopiano centrale. Nevicate che a tratti potranno risultare un po’ più consistenti e persistenti del solito, specie in quelle aree della Siberia centro-settentrionale, già duramente colpite dalle abbondanti nevicate che hanno caratterizzato il mese di gennaio. Ma un altro effetto dello scivolamento del “lobo siberiano” del vortice polare nel cuore delle lande ghiacciate ed innevate della Siberia sarà quello di avere una sensibile riduzione dell’estensione dell’anticiclone termico “russo-siberiano”.

P1100088Quest’ultimo verrà letteralmente schiacciato dallo scivolamento, sulla Siberia centro-occidentale, del “lobo siberiano” del vortice polare, con un profondo minimo depressionario in quota (minimo di geopotenziale in quota), il quale apporterà condizioni climatiche molto rigide, con gelo e nevicate diffuse tra i bassopiani della Siberia occidentale, l’altopiano della Siberia centrale e le steppe del Kazakistan, soprattutto nella parte settentrionale dell’ex Repubblica Sovietica, dove spireranno tesi venti da S-SO, attivati dal “gradiente barico orizzontale” che si verrà a creare fra il vortice siberiano e la cellula anticiclonica termica, ancora attiva nei bassi strati.

P1100038L’anticiclone di natura termica, compresso dal “gradiente barico orizzontale” prodotto dalla discesa del “lobo siberiano” del vortice polare, nei prossimi giorni, fra lunedì e mercoledì, si dovrebbe riposizionare sulla regione del lago Bajkal, allargandosi fin verso la Mongolia e le aree della Cina centrale, dove si isolerà un nucleo anticiclonico, con massimi barici al suolo di oltre i 1040 hpa.

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