Il male può essere seducente, ed è il modello vincente negli ambienti criminali. E oggi, con l’avvento di Internet si amplifica anche la possibilità di attingere a modelli estremi. E’ la riflessione, in sintesi, di Ronny Jaffè, psicoanalista Spi e presidente del Centro Milanese di psicoanalisi che martedì 21 febbraio dialogherà con Lucia Castellano, dirigente del ministero della Giustizia, e con il magistrato Paolo Storari sul tema ‘Il male e la giustizia’, analizzando il vissuto di delinquenti comuni e di esponenti della criminalità organizzata. L’incontro nel quadro della nuova edizione del ciclo di incontri ‘Frontiere della Psicoanalisi’ organizzato dal Centro milanese di psicoanalisi ‘Cesare Musatti’ in collaborazione con la Casa della Cultura di Milano. Un ciclo che quest’anno sarà dedicato al tema ‘Perché il male?’. “La cattiveria è un modello vincente”, spiega Jaffè. “In ambienti criminogeni, in cui il gruppo o la famiglia criminale esprime il modello dominante, e la crisi economica e la crisi dei garanti istituzionali sembrano non lasciare alternative, l’individuo è più fragile ed è difficile resistere alla seduzione delle grandi promesse di potere e denaro. La novità rispetto al passato è che, grazie alla globalizzazione dei media, chiunque ha accesso a infiniti modelli di male a cui attingere, alcuni di questi efferatissimi, tanto che si innesca una sorta di meccanismo al rialzo, per cui l’efferatezza, nel momento in cui si compie, diventa uno status trionfante e grandioso”. Martedì 14 marzo è previsto, invece, l’atteso incontro con Agnes Heller, tra i più grandi filosofi contemporanei, che affronterà il tema del male nell’immaginario collettivo: se fino al secolo scorso il male proveniva dall’esterno dell’uomo – le epidemie e le catastrofi per punizione divina – oggi siamo più inclini a temere il male che viene dall’uomo, come il terrorismo, la crisi economica, il riscaldamento globale. Quale volto diamo oggi al male? Con lo scrittore Pietro Colaprico e il regista Elio De Capitani, nell’appuntamento di martedì 9 maggio, si indagherà il nostro rapporto con la rappresentazione del male: se sia giusto rappresentarlo, e perché ne siamo così attratti, considerata anche la diffusione di recenti successi letterari e cinematografici in cui è riprodotto con particolare efferatezza. Infine, il 23 maggio, saranno la filosofa Laura Boella e il teologo Pietro Stefani a provare a dare risposta all’interrogativo che da sempre tormenta l’uomo e a cui finora non è stato possibile dare risposte accettabili: quale senso ha il male? Perché accadono le piccole e grandi tragedie del nostro tempo?
Psicologia, esperto: la cattiveria “un modello vincente”, il web la amplifica
MeteoWeb