“Non v’è dubbio che la pediatria sia oggi chiamata ad un compito molto diverso da quello del passato. Vinta la battaglia contro le malattie infettive, c’è un altro nemico da affrontare: le malattie non trasmissibili. Da combattere non tanto e non solo con i farmaci, quanto con precoci interventi sullo stile di vita, sull’educazione sanitaria e per la promozione dello sviluppo neurocognitivo. E’ un compito altrettanto importante, anzi, in considerazione dell’incidenza di queste patologie, decisivo per il futuro delle nostre comunità. Dobbiamo, tutti insieme, proteggere la salute, presente e futura, dei nostri bambini”. Lo ha detto Michela Vittoria Brambilla, presidente della commissione Bicamerale per l’Infanzia e l’Adolescenza, commentando la presentazione, oggi alla Camera, del Consensus Human Early Life Prevention (HELP), un documento che rappresenta la sintesi delle evidenze scientifiche sulla prevenzione precoce delle malattie non trasmissibili e sulla promozione di un corretto sviluppo neurocognitivo. Il rischio di soffrire da adulti di patologie cardiovascolari, di malattie respiratorie croniche, di diabete o di essere colpiti da alcune forme tumorali è influenzato fortemente dalle condizioni in cui si svolgono i primi giorni di vita del bambino e addirittura dalle scelte fatte dalla madre già prima del concepimento.Malnutrizione, svantaggio socio-economico e precoci esposizioni a fattori avversi incrementano il rischio per la salute a medio e lungo termine e influenzano negativamente le capacità cognitive. Alla luce delle più recenti acquisizioni la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) ha presentato oggi alla Camera la ConsensusHuman Early Life Prevention (HELP), un documento che rappresenta la sintesi delle evidenze scientifiche sulla prevenzione precoce delle malattie non trasmissibili e sulla promozione di un corretto sviluppo neurocognitivo.”La Consensus HELP – spiega Giuseppe Di Mauro, Presidente Sipps e Segretario nazionale della Federazione italiana medici pediatri (FIMP) alle attività scientifiche ed etiche- costituisce un lavoro di revisione organica e ‘critica’, quasi-sistematica, della migliore letteratura pubblicata sui più comuni quesiti clinici relativi alla prevenzione precoce delle malattie non trasmissibili e alla promozione di un corretto sviluppo neuro-cognitivo. Il documento fa riferimento alla classificazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) delle più importanti malattie non trasmissibili: dalle patologie cardiovascolari ai tumori, dalle malattie respiratorie croniche fino al diabete mellito. Con il contributo dei massimi esperti italiani del settore – aggiunge Luca Bernardo, Direttore S.C. Pediatria del Fatebenefratelli di Milano e Consigliere Nazionale per la Sanità dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC)- quest’opera si propone di analizzare criticità e di proporre possibili interventi preventivi (in particolare nutrizionali) in alcune fondamentali fasi della vita: ben oltre i famosi primi ‘1.000 giorni’, ma a cominciare già dal periodo pre-concezionale. Tutto ciò che noi facciamo in questo arco temporale può condizionare, in positivo o in negativo, il futuro dei nostri bambini”. Le malattie non trasmissibili costituiscono oggi il più rilevante problema sanitario sia dei Paesi ad economia avanzata che di quelli in via di sviluppo.Secondo l’OMS il 75% di tutti i decessi in Europa è da attribuire alle Malattie non trasmissibili ed esse rappresentano la causa di più del 90% dei decessi nel nostro Paese.L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha per questo formulato strategie globali finalizzate a una riduzione entro il 2025 pari al 25% della mortalità prematura da ‘Non Comunicable Diseases’ (NCDs) mediante farmaci, tecnologie sanitarie e counselling, ma soprattutto con la riduzione dei principali, e determinanti, fattori di rischio. “In una realtà così complessa – spiega Giuseppe Saggese, direttore responsabile della rivista società italiana pediatria preventiva e sociale, presidente della conferenza direttori scuole di specializzazione di pediatria- il pediatra non ha soltanto un ruolo attivo nell’assistenza e nella prevenzione, ma è anche chiamato ad assumersi la responsabilità di advocacy, interagendo con le istituzioni per le politiche sanitarie, sociali ed ambientali”.